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Convegno nazionale A.I.E.R.V. Neonato pretermine, necessari servizi di follow-up multidisciplinari

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Palermo – Ogni anno in Italia su 392.848 nati, oltre 25mila nascono pretermine, ovvero prima della 37esima settimana di gestazione, che rappresentano il 6,4% di tutti i parti.

Questo lo scenario descritto nel Certificato di assistenza al parto (CeDAP) 2021 del Ministero della Salute, che ha fotografato i tanti rischi ai quali i neonati vengono esposti a causa dell’immaturità di vari organi che li rende più esposti all’azione degli agenti patogeni. Una ipersensibilità che cresce quanto più il neonato è estremamente pretermine, cioè nato tra le 27 e le 31 settimane di gestazione.

Con la consapevolezza delle pluripatologie a cui è esposta la prematurità, per gli esperti dell’A.i.e.r.v. (Association international pour l’enfance et la réhabilitation visuelle) il rapporto clinico e il supporto alle famiglie non possono fermarsi con le dimissioni dall’ospedale, ma devono

neces­sariamente proseguire con il monitoraggio e servizi di follow-up multidisciplinari fino ai 6 anni di età. E’ quanto emerso durante il convegno nazionale dell’Associazione “Approccio multidisciplinare al neonato pretermine da 0 a 6 anni”, che si è svolto sabato 26 novembre a Villa Magnisi, sede dell’ordine dei medici di Palermo.
Specialisti ospedalieri e territoriali, accolti all’apertura dei lavori dal consigliere dell’Omceo Emanuele Cusimano, si sono confrontati sulle fragilità legate alla crescita nei primi anni di vita del neonato pretermine nell’ambito del programma di integrazione ospedale-territorio sviluppato dalla dall’Asp 6 di Palermo.

I nati prematuri hanno bisogno di un supporto costante durante la crescita. Pertanto, come hanno spiegato gli organizzatori scientifici dell’evento Vincenzo Duca, direttore dell’Uoc di Neonatologia dell’ospedale Ingrassia di Palermo,  e il responsabile dell’Uos territoriale oculistica dell’Asp provinciale Egidio Gonzales, l’obiettivo oggi è  “ridurre i ricoveri ospedalieri e risolvere, attraverso un approccio interdisciplinare le frequenti patologie associate alla prematurità nelle strutture territoriali, che in Sicilia secondo i recenti orientamenti assessoriali saranno presto rafforzati per evitare la migrazione verso altre regioni. Perché, al di là dei primi interventi vitali e dalla presenza di disabilità evidenti, è necessario un follow up strutturato e multiprofessionale che includa nella stessa rete assistenziale, oltre alle famiglie coinvolte, specialisti ospedalieri e territoriali che seguano i nati prematuri stabilmente”.

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