È servita a nulla la lunga campagna australiana per salvare i propri connazionali condannati a morte in Indonesia. Si è svolta ieri nel carcere indonesiano di massima sicurezza di Besi, sull’isola di Nusakambangan, la fucilazione di 8 condannati a morte, due dei quali cittadini australiani: Andrew Chan e Myuran Sukumaran. Insieme a loro sono state giustiziate altre 6 persone: l’indonesiano Zainal Abidin, il brasiliano Rodrigo Gularte, i nigeriani Sylvester Obiekwe Nwolise, Raheem Agbaje Salami e Okwudili Oyatanze, e il ghanese Martin Anderson. La reazione dell’Australia è stata molto dura e, attraverso le parole del primo ministro Tony Abbott, fa sapere che: “Queste esecuzioni capitali sono crudeli e inutili. Crudeli, perchè sia Andrew Chan che Myuran Sukumaran hanno passato una decina di anni in prigione prima di essere giustiziati. E inutili perchè questi due giovani australiani si erano completamente pentiti durante la detenzione. Rispettiamo la sovranità indonesiana – ha affermato il primo ministro australiano -, ma dobbiamo deplorare quello che è avvenuto, e questo non è qualcosa di solito, di normale. Voglio sottolineare che le relazioni tra Australia e Indonesia risentono delle cose fatte finora”. Tutti i detenuti erano accusati di contrabbando di droga, così come lo sono la filippina Mary Jane Fiesta Veloso ed il francese Serge Atlaoui, attualmente ancora detenuti nel braccio della morte. Mentre per la filippina l’esecuzione sembrerebbe rinviata, per il francese si attende il verdetto della Corte Suprema indonesiana sull’ultimo ricorso, che lo separa dal plotone d’esecuzione.