Cocer sez. Esercito Foti – per motivi “estetici” non posso rappresentare il personale, mi pagano per non lavorare
Delegato Cocer Foti : Mi sento discriminato all’interno del Cocer interforze e mi pagano per non lavorare.
In qualità di cittadino e delegato COCER INTERFORZE non posso tacere le segnalazioni che ricevo da parte dei miei colleghi e la mia vicenda personale, sull’applicazione della circolare IMC, e con queste riflessioni intendo contribuire sulla delicata questione della “circolare IMC” in vigore nell’Esercito dal 2010. La Circolare interna meglio conosciuta “IMC” vigila sulle condizioni di stato ponderale dei militari, e coloro che non rientrano nei requisiti previsti, (elaborazione matematica di valori antropometrici) è posto d’ufficio in aspettativa per motivi sanitari per periodi da 90 giorni fino 180, e prorogabile per altri 180 giorni nella prima fase, al fine di ridurre l’IMC di almeno due punti. Non esiste una specifica norma giuridica di riferimento sull’applicazione della circolare; non viene presa in considerazione l’età, l’impiego, la propria storia professionale; i militari ricevono un controllo generico, in diversi casi da medici non specializzati “dietisti e/o nutrizionisti”, e non ricevono un programma personalizzato, ma vengono imposti dei criteri di carattere generale. Al termine del periodo di aspettativa per motivi sanitari, spesso la Commissione Medica Ospedaliera Militare giunge ad emettere un giudizio di non idoneità al servizio militare con quale il militare è riformato per patologia “non causa di servizio”. In linea di principio la tutela della salute è indiscutibile, ma occorre valutare e calibrare gli interventi normativi e regolamentari preservando e mettendo al centro la problematica persona. Occorre un immediato cambiamento di rotta e di “filosofia”. Il militare va preservato ed aiutato ” in servizio” con l’ausilio delle figure professionali del dietista o del nutrizionista, con degli istruttori ginnico-militari, per seguire un programma alimentare e sportivo all’interno delle strutture militari e in orari di servizio, evitando di “allontanare” con obbligo di presentarsi alle visite preposte solo alla scadenza di questa. Ritengo assurdo quanto mi sta accadendo. Ho 43 anni di età e 23 anni di servizio; Sono stato impiegato per lunghi periodi in missione “fuori area” nei Balcani; Sono stato eletto delegato nazionale nel COCER INTERFORZE Sez. Esercito (il massimo organo della rappresentanza militare), incarico che svolgo da due mandati consecutivi e oggi trovo in aspettativa per motivi sanitari “convalescenza” fino al 16 gennaio 2018, per via della circolare “IMC”, per altro in assenza di gravi patologie, per dimagrire. Lo ritengo ingiusto è immorale; ingiusto verso i miei colleghi in servizio e che rischiano la vita, ma soprattutto verso coloro che mi hanno democraticamente eletto per rappresentarli; ingiusto verso i contribuenti. Mi sento discriminato nei riguardi dei colleghi del COCER INTERFORZE poiché questa circolare viene applicata con particolare dedizione esclusivamente al personale dell’Esercito, di fatto allo stato attuale il mio regolare mandato è stato limitato, e superando i 45 giorni di convalescenza perderò il mandato. Mi sta passando la voglia di lamentarmi, ogni mattina allo specchio mi chiedo quanto costa allo Stato o meglio quanto costa ai contribuenti l’applicazione di questa circolare? A questo punto penso che il reale problema sia l’estetica.
Ebbene invito tutti i lettori ad immaginare ipoteticamente i costi, pubblici, per imporre questa circolare, quindi ho fatto dei calcoli virtuali: ad esempio poniamo il caso che in un anno 60 militari sono posti in aspettativa per motivi sanitari per un periodo da 180 giorni fino a 12 mesi e che percepiscono uno stipendio base medio di 1.400 euro al mese cadauno, quanto costano ai contribuenti? Basta una semplice moltiplicazione per evidenziare l’enorme somma di denaro che diventa abnorme se consideriamo che la circolare è in vigore dal 2010 a tutt’oggi, solo sette anni. Non vi sembra eccessivo questo spreco di risorse umane e denaro pubblico per dimagrire? Non costava di meno una convenzione con qualche struttura specialistica per la perdita del peso, ed impiegare il personale in mansioni amministrative e logistiche? Non sarebbe il caso che la rappresentanza militare, la politica, chiedano i dati per conoscere il numerico del personale inviato in convalescenza dal 2010 ad oggi per valutarne i costi e trovare soluzioni alternative funzionali sia per l’amministrazione, sia per la tutela del militare e la salvaguardia del posto di lavoro, evitando possibili sprechi? Che senso ha sperperare risorse umane e soldi in questo modo? E’ una questione morale e di principio, consapevole che occorre rivedere le abitudini alimentari e lo stile di vita ma mi sento moralmente derubato non solo del mio lavoro ma anche del mio ruolo istituzionale di rappresentanza, delegato da tantissimi commilitoni che mi hanno votato in tutta Italia per rappresentarli, ma soprattutto mi sento fortemente discriminato all’interno del Cocer Interforze. Auspico che il enerale di Divisione Paolo Gerometta Presidente del COCER; il Generale di Corpo d’Armata Graziano Capo di Stato Maggiore della Difesa; l’ On. Domenico Rossi Sottosegretario di Stato alla Difesa ed ex presidente del Cocer; la Senatrice Roberta Pinotti Ministro della Difesa, si attivino per rivedere la circolare, ma sopratutto hanno l’obbligo morale di garantire a tutti i delegati pari dignità, di tener conto del principio dell’equordinamento tra gli operatori del Comparto difesa e sicurezza che non può essere solamente di carattere economico al fine di salvaguardare l’omogeneizzazione.
CS Girolamo Foti