Salute

Catania, al Garibaldi attese di 30 ore.Figuccia:”Pronto soccorso? No, lento abbandono”

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Sarebbero più di 10 i casi di cittadini che all’ospedale Garibaldi di Catania, avrebbero  atteso oltre 30 ore al pronto soccorso. Nelle ultime ore, punte di oltre 70 persone letteralmente stipate nei tre ambulatori disponibili in un clima di crescente esasperazione degli accompagnatori, arrivati a chiamare anche le forze dell’ordine pur di essere considerati.

Il Codacons, sulla base delle diverse testimonianze dei cittadini, annuncia la presentazione di un esposto con la richiesta alla Procura della Repubblica di Catania di indagare Azienda Ospedaliera, ASP e Regione Siciliana per i reati di tortura, violenza privata e abbandono di persone incapaci, perché riguardanti cittadini ammalati.

“Roba da terzo mondo, eppure è tutto fin troppo noto” – dice il deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia: “È noto che i tagli al welfare hanno ridotto di un terzo il numero delle ambulanze. È noto che i «pronto soccorso» dovrebbero piuttosto chiamarsi «lento abbandono»: bolge dove scarseggiano i posti letto, i medici, spesso l’educazione e un personale ridotto ai minimi termini costretto a mettere a repentaglio anche la propria salute in turni infiniti e non coperti da assicurazione”. L’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), analizza il funzionamento della sanità italiana e ha calcolato sia il numero di «accessi» — cioè quante volte i pazienti hanno fatto uso del Pronto soccorso — sia il loro tempo di permanenza nel reparto ospedaliero. I dati lasciano presagire una situazione molto preoccupante e le circa 30 ore di attesa riguarderebbero altre strutture. D’altra parte possono esserci una serie di problemi a monte, e sui quali gli ospedali non hanno controllo: i flussi in ingresso, per citare un caso. In teoria il Pronto soccorso è un servizio riservato alle urgenze, ma i casi di pazienti che ne fanno uso per saltare le «normali» liste d’attesa, sono tutt’altro che rari.

“Queste attese bibliche sono un fatto grave e devono finire. In questi giorni – conclude il parlamentare regionale – sulla vicenda, inoltrerò un’interrogazione all’assessore alla sanità Ruggero Razza per chiedere chiarimenti”

Com. Stam. Ric. Pubbl.

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