Casa Circondariale di Agrigento, proclamato lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria
Interruzione delle trattative sindacali in corso tra UILPA Polizia Penitenziaria, U.S.P.P. e F.S.A. C.N.P.P. e la Direzione della Casa Circondariale di Agrigento.
Al centro della rottura, come si legge in una nota dei segretari Calogero Speziale, Giuseppe Terrazzino , Calogero Spinelli e Fabio Casalicchio, “l’impossibilità contrattuale con la Direzione della Casa Circondariale in merito al grave ammanco di personale di Polizia Penitenziaria, ridotto drasticamente a seguito del decreto Madia”.
Un ridimensionamento quantificabile, secondo quanto riportato dalle sigle sindacali, in circa 6mila unità a livello nazionale e circa 600 in ambito siciliano: a farne i conti anche Petrusa dove, a fronte delle 300 unità previste, l’organico ne conterebbe invece 236 per effetto del nuovo piano delle carceri.
“La nuova organizzazione del lavoro, messa in atto dal mese di luglio del 2017 e non concordata , ad oggi, con le organizzazioni sindacali – si legge ancora nella nota trasmessa, tra gli altri, al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu al quale viene chiesto il tavolo superiore di trattativa – che istituiva il servizio di sorveglianza dinamica, ha prodotto accorpamenti e riduzioni dei posti di servizio, le cui conseguenze hanno riguardato i danni alla sicurezza operativa del personale di Polizia Penitenziaria”.
Non a caso, secondo le sigle, nel corso degli ultimi mesi si sarebbe registrato un incremento delle aggressioni nei confronti dei poliziotti penitenziari.
“L’impossibilità di realizzare un percorso costruttivo con l’amministrazione in merito alla rivisitazione dei posti di servizio che interessano la sicurezza – spiegano i segretari – costringe le sigle sindacali a interrompere le trattative e a proclamare lo stato di agitazione, avendo peraltro rilevato durante i lavori del tavolo tecnico la posizione responsabile dell’Autorità Dirigente, che ha esternato pubblicamente l’ammanco di 150 posti di servizio settimanali”.
I sindacati non escludono ulteriori forme democratiche di protesta in caso di mancate risposte da parte della Direzione a seguito della ricezione della nota.
Com. Stam.