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Banca S. Angelo chiude la Fondazione Curella e finanzia borse di studio e ricerca per aiutare i figli dei soci della banca a trovare lavoro

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Sostegno a studi, ricerche ed esperienze nel campo economico e del credito: così la Banca S. Angelo mutua, aggiorna e trasforma alcune attività della fondazione Angelo Curella, che verra’ chiusa, per aiutare i figli dei soci e degli azionisti a inserirsi nel mondo del lavoro. A fine marzo l’assegnazione delle prime 21 borse di merito

Palermo, 6 febbraio 2019 – La Banca popolare S. Angelo contribuisce ad arginare il fenomeno dell’emigrazione dei giovani aiutando i figli dei propri soci ed azionisti a inserirsi nel mondo del lavoro nel loro territorio, attraverso l’erogazione di borse di merito e di altri strumenti di sostegno con cui realizzare studi, ricerche e approfondimenti tematici o sviluppare esperienze pratiche, nei campi economico e del credito; tutte opportunità utili ad acquisire maggiori competenze professionali da spendere poi più proficuamente presso aziende del settore produttivo e del credito o presso società e studi professionali di consulenza nei settori imprenditoriale, finanziario, bancario e societario.

Le prime 21 borse di merito saranno assegnate fra un paio di mesi, esattamente 5 a Palermo il prossimo 30 marzo e 16 a Licata il prossimo 7 aprile. Ulteriori analoghe iniziative saranno programmate nel corso del 2019.

Così la S. Angelo, in coerenza con i propri obiettivi statutari, intensifica e amplia le azioni di supporto alle Pmi e ai propri soci e azionisti e di promozione dello sviluppo dei territori in cui opera.

Infatti, secondo lo spirito mutualistico che la ispira sin dalla sua fondazione, con queste iniziative la banca vuole realizzare attività più direttamente vicine agli interessi, profondamente mutati nel corso degli ultimi anni, dei propri soci e azionisti, che operano per lo più nell’ambito dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola e media imprenditoria di qualità, e in quello delle professioni, cioè il cuore pulsante dell’economia regionale. Settori che, purtroppo, stanno subendo come e più di altri le conseguenze della recessione economica in atto.

Per realizzare questo nuovo particolare impegno in campo formativo e professionale, il management della banca ha assunto l’importante decisione di chiudere la Fondazione Angelo Curella – il cui ruolo di Centro ricerche economiche si è andato esaurendo negli ultimi tempi – , di mutuare lo spirito di alcune sue attività a favore dei giovani portate avanti per ben 34 anni, e di attualizzarle, di trasformarle e adeguarle alle attuali esigenze dei propri stakeholder, di estenderne la portata e il valore sociale, formativo e professionale alla creazione di occasioni ancor più  specializzate di incontro fra domanda e offerta di lavoro.

“E’ questo secondo noi il migliore modo – spiega l’A.d. Ines Curella – di onorare la memoria del fondatore della banca, Angelo Curella, e del figlio Nicolò Curella, lo storico presidente artefice, per ben 50 anni, dei successi della S. Angelo, che ha fatto dell’impegno a favore dei giovani uno dei cardini strategici dell’azione di promozione dello sviluppo dell’economia locale e del territorio”.

“Il mix di azioni che metteremo in campo – aggiunge Ines Curella – è specificamente mirato ad aiutare i figli dei nostri soci ed azionisti ad acquisire un paniere di competenze altamente specialistiche che li aiuti a superare quel gap di istruzione, formazione ed esperienza pratica che nei nostri territori rende più difficile rispondere alle specifiche esigenze del sistema economico-produttivo, che ha bisogno di figure professionali e tecniche sempre più complesse e preparate”.

“Ci auguriamo – conclude l’A.d. della S. Angelo – di potere aiutare i figli dei nostri soci e azionisti a mettere radici a casa loro, costruendosi una famiglia e un futuro. Vogliamo così tradurre concretamente il pensiero di mio padre Nicolò che fa da leit motiv ai festeggiamenti per i primi 100 anni della S. Angelo e che si può così parafrasare: ‘una buona banca è come una quercia, per dare foglie e ampie fronde deve avere radici profonde nella propria terra’. E noi crediamo, infatti, che le nostre radici siano i soci e gli azionisti”.

Com. Stam.

 

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