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Alle aree interne del centro Sicilia i fondi Pnrr per gli asili nido

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La Cisl esorta le amministrazioni comunali destinatarie dei finanziamenti a fare presto: “Entro il 31 ottobre 2024 vanno aggiudicati i lavori. E’ questa una grande opportunità per le aree interne della Sicilia che scontano la precarietà e quella dei servizi all’infanzia ha un forte impatto socioeconomico”.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha finanziato 734,9 milioni di euro per incrementare di oltre 30.000 i posti negli asili nido. Il Decreto Ministeriale n. 79 del 30 aprile 2024 è rivolto ai Comuni e fissa i criteri ai fini dell’ammissione ai finanziamenti tra i quali la copertura del servizio nella fascia 0-2 anni inferiore al 33% e il rapporto tra la popolazione residente e il numero dei bambini nella medesima fascia (almeno 60 bambini). Sulla base di tali criteri il D.M. individua un elenco di beneficiari e il relativo importo spettante in base al numero minimo di posti da attivare.

“Entro il 31 ottobre 2024 le amministrazioni comunali devono aggiudicare i lavori. E’ questa una grande opportunità per le aree interne della Sicilia che visti i tempi necessità di tempestività”. Lo dichiarano Carmela Petralia, Segretaria Generale Cisl Agrigento Caltanissetta Enna ed Emanuele Caci, Segretario Generale Cisl Scuola Ag Cl En che aggiungono “l’iniziativa avrà anche ricadute occupazionali sul sistema educativo e fornirà servizi per l’infanzia, a vantaggio dei minori, che non brillano di certo nei territori di Agrigento, Caltanissetta, Enna”.

“Nelle nostre tre province – proseguono Petralia e Caci – ci sono comuni sprovvisti di strutture o che offrono pochi posti, così le famiglie sono quotidianamente costrette a percorrere distanze considerevoli prima di raggiungere l’asilo più vicino. È fondamentale invece che i servizi educativi siano presenti in modo omogeneo sul territorio e non solo nelle città maggiori al fine di agevolarne l’utilizzo da parte dei bambini e delle loro famiglie. E’ noto che le aree interne del centro Sicilia soffrono di un progressivo spopolamento, con  opportunità di lavoro sempre meno frequenti. Considerate queste precarietà la misura ministeriale può anche mitigare il grave fenomeno della disparità di genere”.

Carmela Petralia ed Emanuele Caci concludono evidenziando che “con la maternità una donna su cinque fuoriesce purtroppo dal mercato del lavoro, condizione che spesso viene influenzata dalla difficoltà delle famiglie nell’accedere ai servizi educativi specifici per la prima infanzia, sia per la carenza sul territorio che per il costo privato da sostenere, spesso elevato. Sono questi motivi sufficienti affinché i Sindaci imprimano la necessaria velocità alla loro azione amministrativa per non mandare in fumo i fondi PNRR destinati agli asili nido”.

Com. Stam. + foto CISL

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