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Agevolazioni cervelli rimpatriati, Giarrizzo e Alaimo (M5S): abbiamo scritto all’Agenzia delle Entrate per alcune criticità

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“Grazie alla norma Giarrizzo-Alaimo, inserita nell’ultima legge di Bilancio, siamo finalmente riusciti a consentire a docenti e ricercatori rimpatriati prima del 2020 di beneficiare delle agevolazioni fiscali che da qualche anno a questa parte erano riservate loro, con l’obiettivo di incoraggiare il rientro e il radicamento dei cervelli in Italia.

Nei giorni scorsi, però, a seguito della pubblicazione del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che regola il funzionamento del provvedimento, sono emerse alcune criticità. Criticità che ci sono state segnalate direttamente dalla Community dei docenti e ricercatori rimpatriati, e per le quali ci siamo prontamente attivati inviando una nota urgente rivolta al direttore dell’Agenzia attraverso cui si chiedono urgenti chiarimenti”. Così, il una nota congiunta, il vicepresidente della commissione Attività produttive e la deputata Roberta Alaimo.

“Nel dettaglio, – spiegano i parlamentari – la prima criticità segnalata riguarda il fatto che non sarebbe chiarito come ed entro quando dovrebbero optare i fuoriusciti al 31 dicembre 2019 e i fuoriusciti al 31 dicembre 2020, due coorti il cui diritto a optare è ritenuto fuori discussione dato il testo della legge di primo livello. Il provvedimento, dunque, darebbe attuazione soltanto parziale alla legge di primo livello. In secondo luogo, secondo la Community, rischierebbe di rimanere altresì priva di disciplina di dettaglio la situazione nella quale versano i docenti e ricercatori che, avendo trasferito la propria residenza in Italia, negli anni passati, risultavano titolari del regime agevolato alla data del 31 dicembre 2019, ma non anche nei periodi di imposta 2020 e/o 2021. Costoro, infatti, nel 2020 e/o nel 2021 sono stati assoggettati al regime di tassazione ordinaria, ma, in virtù della possibilità di opzione per l’estensione dell’agevolazione a otto, undici o tredici anni (a seconda dei presupposti), disposta dalla Legge di Bilancio 2022 prevista anche a loro favore (si ricorda, infatti, che la norma di primo livello prevede il possibile esercizio dell’opzione da parte di tutti coloro che godevano del beneficio al 31 dicembre 2019), deve essere a loro concessa la possibilità di ottenere il rimborso (anche sotto forma di credito di imposta utilizzabile) di quanto versato in più nei periodi di imposta in questione”. 

“Il rischio che si corre, quindi, come segnalato della Community, e condiviso da entrambi, – concludono Giarrizzo e Alaimo – è che una diversa conclusione realizzerebbe un’ingiustificata discriminazione, censurabile anche in ottica di conformità costituzionale del dettato normativo. Il nostro auspicio, infine, è che si consenta a tali docenti e ricercatori di presentare la dichiarazione 2021 e rettificare la dichiarazione presentata per il 2020, ottenendo a rimborso, o vedendosi riconosciute a credito, le maggiori imposte indebitamente versate, rispetto a quanto in effetti dovuto, in caso di esercizio dell’opzione, con versamento degli importi previsti dalla Legge di Bilancio 2022”.

Com. Stam.

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