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Autismo dilagante in provincia di Siracusa: Coltraro (SD) “Bisogna strutturare e convenzionare interventi collaterali a quelli medici


Autismo dilagante in provincia di Siracusa: Coltraro (SD) “Bisogna strutturare e convenzionare interventi collaterali a quelli medici, istituendo un registro dei soggetti affetti dal disturbo e indirizzare la ricerca per garantire autonomia personale presente e futura a questi ragazzi”

“In provincia di Siracusa crescono di anno in anno i soggetti affetti da disturbi rientranti nello spettro autistico, ma nonostante l’attività dell’equipe qualificata, diretta a Siracusa  dal dottore Francesco Sciuto, risulta insufficiente l’assistenza sanitaria offerta dal reparto di Neuropsichiatria infantile nel capoluogo, per non parlare dell’inesistenza di programmi terapeutici collaterali a quelli strettamente medici che sostengano le famiglie di questi pazienti nel percorso di crescita dei loro figli e nel loro inserimento autonomo in società.  L’organico del reparto stando ai racconti dei familiari è sicuramente carente rispetto alla domanda sempre più crescente e si rende necessario portare all’attenzione del Governo Regionale le istanze specifiche che provengono da questo territorio industriale, che paga con molta probabilità anche con questi disturbi, oltre alle neoplasie sempre più diffuse, anni di contaminazione ambientale scellerata e scarsamente controllata” La disamina è del deputato regionale di Sicilia Democratica Giambattista Coltraro.” Bisognerebbe istituire- afferma il capogruppo di SD all’Ars-  un fondo da destinare alla realizzazione di un registro ufficiale sui soggetti autistici, non solo i minori, in modo che i dati indirizzino anche la ricerca e la sperimentazione sul campo  di tecniche all’avanguardia che consentano a questi pazienti di limitare quanto più possibile l’isolamento sociale a cui purtroppo, ancora oggi, vanno incontro”. “ Osservo- continua Coltraro- che molti setting psicologici, l’onoterapia, l’ippoterapia, i corsi sportivi specifici, spesso, sono prestazioni che privati o società offrono a pagamento, quindi a carico delle famiglie, quando invece bisognerebbe convenzionare e non a termine questa tipologia di terapie per non gravare sulle famiglie”. “Inoltre- sottolinea Coltraro- bisogna organizzare partendo da oggi il futuro di questi ragazzi, quel famoso “dopo di noi” dipende molto dal grado di  autonomia personale che si riesce a costruirgli,  attraverso, ad esempio, corsi professionali loro dedicati e che non devono essere iniziative isolate ma perpetue, in modo da non lasciare fuori dai piani di integrazione nessuno”. “So che ci sono innumerevoli e attivissime associazioni di familiari in provincia- conclude Coltraro- che si battono per questi diritti e tenterò di coinvolgerli insieme a cooperative e privati in giornate organizzate di tipo ricreativo-didattico in modo da dimostrare che il grosso del lavoro è fatto sicuramente  dai medici e psicologi, che contrastano i sintomi del disturbo, ma soprattutto da interventi che mettano questi ragazzi e le loro famiglie nelle condizioni di vivere la normalità di tutti i giorni, risultando risorse preziose per la società e non soggetti da parcheggiare o da commiserare. Impegnarli significa, infatti,  credere in loro e utilizzarne i grandi potenziali nel mondo del lavoro ed è questa la direzione che va seguita e che va sicuramente finanziata”.

Com. Stam. Ric. Pubbl.

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