Non parrebbe un problema modificare la riforma costituzionale, l’importante è che si abbandoni il bicameralismo partitico. Il premier Renzi lancia una negoziazione sulla riforma costituzionale, soprattutto dopo la rottura sull’Italicum. Da quanto trapela da un’intervista con Repubblica, durante l’incontro del Pd dello scorso mercoledì “è apparso chiaro a tutti – dichiara Renzi – che la minoranza la guida Bersani. E Pier Luigi ha aperto la trattativa. Ha aperto sul Senato, sull’articolo 2 della riforma”.
Per quanto riguarda l’Italicum Renzi non è preoccupato, è convinto che non mancheranno i voti, anche perché una parte di Forza Italia sosterrà la nuova legge elettorale. Sospetta che siano circa quaranta gli elementi che potrebbero mettere il bastone tra le ruote ma tra questi vi è un’ulteriore divisione. “Ho visto – dichiara Renzi facendo delle valutazioni di quanto ha notato durante l’Assemblea del Pd – almeno quattro anime diverse dentro la minoranza. C’è Cuperlo che non so cosa farà, ma i cuperliani alla fine voteranno la riforma. Poi c’è Speranza che si è immolato e alcuni dei suoi sono stati tra i più duri perché hanno preso gli ordini da D’Alema. Anzi qualcuno a mezza bocca diceva: meglio se lascia. Quindi c’è un ‘corpaccione’ ampio che non ha alcuna voglia di andare alle elezioni e infine ci sono i bersaniani. E lì la cosa si fa interessante perché c’è un elemento di novità: la minoranza la guida Bersani”.
Il Primo Ministro continua a difendere l’Italicum, e riportando le sue parole “Il doppio turno senza l’apparentamento ci permette di abbandonare per sempre quella specie di consociativismo veterodemocristiano che ci ha accompagnato anche negli ultimi anni”.
La minoranza bersaniana invece è molto cauta e curiosa di capire come Renzi, che al momento è in America per incontrare Obama, abbia intenzione di trasformare la riforma costituzionale del Senato, “Renzi scopra le carte”, sostengono. Ma dalla sede del governo sembrerebbe arrivare la notizia della mancanza di volontà di Renzi di modificare le riforme, “Niente scambi, non si torna indietro, la legge elettorale si deve approvare senza ulteriori modifiche e per quanto riguarda quella costituzionale si deve procedere si attraverso il confronto ma non vi saranno concessioni perché parlare di offerta ai ribelli è fuori dalla realtà”.
Diego Ventimiglia
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