Breve

Genius ~ Fiumi di parole (da contenere)


Ispirandosi alla biografia dell’editore Maxwell Perkins, chiamata appunto Max Perkins: Editor of Genius, lo sceneggiatore John Logan (la sua penna è stata al servizio de Il gladiatore, degli ultimi 007 e di un paio di recenti opere di Scorsese) e il meno entusiasmante esordiente Michael Grandage (che vanta alcune esperienze recitative in tv – attività abbandonata da un po’ – però il suo vero mestiere è il regista teatrale) confezionano un film ecumenico sul tempo che l’esperto di letteratura in questione condivise con l’incontenibile Thomas Wolfe, giovane e intemperante scrittore di talento del North Carolina che, a cavallo della Grande Depressione, arrivò a imporre il suo stile nervoso e debordante, opportunamente limato. Infatti, il compito di Perkins (sullo schermo un Colin Firth dal cappello sempre calzato in testa), felicemente coniugato con Louise (la posata Laura Linney) e padre di cinque bambine (nella finzione non sembrano crescere molto nel corso degli anni), scopritore del già declinante Fitzgerald e dell’orgoglioso Hemingway (rispettivamente Guy Pearce e Dominic West in performance che evocano interessanti confronti), fu quello di arginare e incanalare il pulsante impeto artistico e competitivo di Wolfe (qui un enfatico Jude Law), assecondato solo fino a un certo punto dalla fragile moglie Aline (Nicole Kidman in un’interpretazione professionale eppure ai confini dell’affettazione), leggermente più vecchia di lui.

Il plot inquadra soprattutto la lunga, faticosa e per certi versi penosa gestazione dei due romanzi con cui debuttò l’autore, Angelo, guarda il passato e Il fiume del tempo, i quali in forma grezza contavano migliaia di pagine. Le sequenze che illustrano le complicate e in sostanza democraticamente dibattute – al di là degli inevitabili screzi – sessioni di sintesi accattivano, sottintendendo pure un attaccamento al lavoro degno di una relazione amorosa (e fedifraga, per come viene percepito dalle famiglie). È l’elemento maggiormente riuscito (insieme all’incipit, prima che appaia in dissolvenza il titolo) di una pellicola altrimenti alquanto convenzionale, di certo meno guizzante delle menti messe in scena (sebbene non sia il caso di pretendere più di tanto). L’errore principale, come già implicitamente accennato, è lasciare briglia sciolta a un cast senz’altro valido ma tendente all’eccessiva personalizzazione.  E visto che parliamo degli attori, ecco qualche dato sul loro affiatamento: Ritorno a Cold Mountain aveva già collaudato la coppia formata da Law e dalla Kidman, la quale con Firth ha poi girato Le due vie del destino e l’ancora inedito Before I Go to Sleep.

Genius (id., 2016) di Michael Grandage con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce

di Massimo Arciresi

KKKKK
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