Breve

La Polizia di Stato disarticola un gruppo di giovani criminali di Ballarò dedito alle rapine


Palermo: La Polizia di Stato, segnatamente personale della Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, ha eseguito nel corso della notte diverse Ordinanze di Custodia Cautelare, emesse dal GIP presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di un gruppo di pregiudicati palermitani ritenuti responsabili a vario titolo del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine.

L’indagine, condotta dagli agenti della Sezione Antirapina della Squadra Mobile ha ricostruito diversi episodi di rapine ai danni di banche e di altre, anche particolarmente violente, perpetrate per strada in pregiudizio di turisti e cittadini, verificatesi tra il novembre e il luglio 2013. In una circostanza i rapinatori, simulando un incidente stradale, bloccavano per strada la vittima, la scaraventavano fuori dal veicolo e la percuotevano selvaggiamente per impadronirsi dei suoi beni, autovettura compresa. In un altro caso una giovane turista veniva trascinata con violenza sul manto stradale, nel disperato tentativo di trattenere la propria borsa dalla furia dei malviventi sopraggiunti a bordo di un honda sh: gravi le lesioni riportate.

Il luogo di azione principale prescelto dai malviventi per riunirsi e poi compiere le rapine era il noto quartiere popolare di “ Ballarò ”, territorio nel quale potevano vantare una notevole influenza ed in cui esercitavano un pressante controllo del territorio.

Figura di vertice del gruppo e promotore dell’associazione criminale il pregiudicato  RUBINO Emanuele, già coinvolto nella recente operazione “Maqueda” della Squadra Mobile palermitana e ritenuto responsabile del tentato omicidio di SUSSO Yusupha, giovane gambiano ferito, lo scorso 4 aprile, con un colpo d’arma da fuoco alla testa, “colpevole” di avere reagito all’ennesimo atto di gratuita sopraffazione.

Con l’operazione “Maqueda”, era stato sgominato un pericoloso gruppo criminale vicino alle famiglie mafiose di “Palermo Centro”, che controllava una porzione del quartiere di Ballarò attraverso estorsioni, rapine e violenze private, aggravate dalla modalità mafiosa, dalla discriminazione razziale e dall’uso delle armi.

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