In manette il boss latitante “Nuccio” Mazzei, figlio del più famoso capomafia Santo ‘U carcagnusu, già al 41 bis, uomo d’onore collegato a Bagarella e Brusca. Ad arrestarlo è stata la polizia di Stato di Catania, in collaborazione col Servizio centrale operativo di Roma. Mazzei, ritenuto a capo dell’omonimo clan mafioso, era sparito da un anno, dall’aprile 2014, quando era sfuggito al blitz “Scarface” della Guardia di Finanza di Catania, ma gli agenti della squadra mobile sono riusciti a trovarlo e catturarlo a Ragalna, un paese dell’etneo dove si nascondeva con la moglie. Secondo l’accusa, il boss e i suoi più stretti collaboratori, gestivano direttamente gli affari dei “Carcagnusi”, in particolare si occupavano di gestire il reinvestimento dei proventi derivanti dalle attività illecite – estorsioni, ma anche bancarotte aggravate dal metodo mafioso – nel circuito legale, attraverso compravendite di attività economiche, tutte fittiziamente intestate a prestanome. L’8 luglio dell’anno scorso la Direzione investigativa antimafia di Catania, in collaborazione con i Caraninieri di Randazzo, eseguì l’operazione antimafia “Ippocampo”, senza riuscire a catturare Mazzei, già accusato di associazione mafiosa e di traffico di droga, in collegamento con organizzazioni criminali calabresi della Piana di Gioia Tauro. L’accusa sostiene che il clan esercitava una posizione di predominio criminale nel rione San Cristofor di Catania e, in base alle testimonianze dei pentiti rilasciate alla Dda della Procura, avrebbe avuto un certo ruolo nel progetto di guerra di mafia tra i Carateddi e la famiglia Santapaola, che poi fu scongiurata dagli arresti delle forze dell’ordine. Il prefetto Alessandro Pansa avrebbe telefonato al Questore di Catania, Marcello Cardona, per “congratularsi con lui e i suoi uomini per il brillante lavoro che ha portato alla cattura del boss Sebastiano Mazzei”.
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