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Stipulato oggi a Villa Whitaker il Protocollo di legalità tra Prefettura di Palermo e Fondazione RI.MED

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La collaborazione tra Prefettura e Fondazione RI.MED. –  Organismo di diritto pubblico,  istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che nasce nel 2006 dalla partnership internazionale fra Governo Italiano, Regione Siciliana, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), University of Pittsburgh e University of Pittsburgh Medical Center – risale già al 1° ottobre 2009, quando fu siglato un primo protocollo di legalità per corrispondere all’esigenza di assicurare il preminente interesse pubblico alla legalità e trasparenza congiuntamente alla prevenzione ed al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata, in vista della realizzazione, a Carini, di un centro di ricerca nel settore delle biotecnologie all’avanguardia nel mondo, allo scopo di promuovere, sostenere e condurre programmi di ricerca nel campo delle biotecnologie con particolare riferimento alla trasferibilità dei risultati nell’area biomedica.

La Fondazione RI.MED – sempre impegnata  a promuovere il progresso della ricerca, specie nel settore biomedico, come testimoniato dalla recente notizia che riguarda la realizzazione da parte del ricercatore Riccardo Gottardi del bioreattore per la generazione di tessuti cartilaginei ed ossei ingegnerizzati che opererà su una stazione orbitante della NASA – dovrà pubblicare a breve il bando di gara per la costruzione di un nuovo importante Centro di eccellenza nella ricerca biomedica e biotecnologica nel territorio di Carini (PA), che costituirà polo di riferimento per i ricercatori di tutto il mondo ponendo la Sicilia all’avanguardia nello specifico settore biomedico e biotecnologico in continua espansione.

Si è reso quindi opportuno un aggiornamento del documento pattizio siglato circa sette anni fa, al fine di inserirlo in una cornice di impegni che tenessero conto dei mutamenti normativi nel frattempo intervenuti in materia di prevenzione amministrativa antimafia, nonché di altre misure finalizzate alla tutela della pubblica fede ed all’antiriciclaggio, estendendo gli accertamenti antimafia a tutta la filiera dei sub contratti riguardanti anche attività non comprese nelle White lists.

Il nuovo protocollo consente così di rafforzare il rapporto di collaborazione tra Prefettura e Fondazione RI.MED nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori e di prestazioni di servizi e forniture anche nelle attività maggiormente “a rischio”.

Il protocollo fa anche riferimento alle innovative norme anticorruzione richiamando pure le intese siglate in data 15 luglio 2014 tra il Ministro dell’Interno e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, volte a definire una reciproca collaborazione per lo sviluppo di una coordinata azione di prevenzione dei fenomeni di corruzione e, più in generale, di indebita interferenza nella gestione della cosa pubblica e, in esito a tale protocollo, sono state diramate apposite Linee Guida in data 15 luglio 2014 e 27 gennaio 2015;

In tal senso, ogni ditta appaltatrice o subcontraente deve impegnarsi a dare comunicazione tempestiva alla Prefettura e all’Autorità giudiziaria di tentativi di concussione che si siano, in qualsiasi modo, manifestati nei confronti dell’imprenditore, degli organi sociali o dei dirigenti di impresa. Dichiara altresì di essere a conoscenza che il predetto adempimento ha natura essenziale ai fini dell’esecuzione del contratto e che il relativo inadempimento darà luogo alla risoluzione espressa del contratto stesso, ai sensi dell’art. 1456 c.c. ogni qualvolta nei confronti di pubblici amministratori e di funzionari che abbiano esercitato funzioni relative alla stipula ed esecuzione del contratto, sia stata disposta misura cautelare e sia intervenuto rinvio a giudizio per il delitto previsto dall’art. 317 c.p.”.

Inoltre ogni contraente dovrà dichiarare di conoscere e di accettare la clausola risolutiva espressa, di cui all’art. 1456 c.c., nel caso in cui nei confronti dell’imprenditore o dei componenti la compagine sociale o dei dirigenti dell’impresa, sia stata disposta misura cautelare o sia intervenuto rinvio a giudizio per taluno dei delitti di cui agli artt. 317 c.p., 318 c.p., 319 c.p., 319 bis c.p., 319 ter c.p., 319 quater c.p., 320 c.p., 322 c.p., 322 bis c.p., 346 bis c.p., 353 c.p. e 353 bis c.p.”.

Nei casi di cui sopra l’esercizio della potestà risolutoria da parte della Fondazione RI.MED è comunque subordinato alla previa intesa con l’Autorità Nazionale Anticorruzione. A tal fine, la Prefettura, avuta comunicazione da parte della Fondazione RI.MED.  della volontà di quest’ultima di avvalersi della clausola risolutiva espressa di cui all’art. 1456 c.c., ne darà comunicazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione che potrà valutare se, in alternativa all’ipotesi risolutoria, ricorrano i presupposti per la prosecuzione del rapporto contrattuale tra Stazione appaltante ed impresa aggiudicataria, alla condizione di cui all’art.32 del D.L. 90/2014, convertito in legge 11 agosto 2014, n.114.

RI.MED si impegna a verificare l’adempimento degli obblighi retributivi, previdenziali ed assicurativi  da parte delle imprese appaltatrici e delle eventuali imprese subappaltatrici con le modalità previste dalle vigenti disposizioni normative, nonché a vigilare affinché  l’affidamento di ciascun appalto tuteli in ogni occasione efficacemente la sicurezza delle condizioni di lavoro delle maestranze impiegate, la loro salute e la tutela dell’ambiente,  e ciò anche in presenza di affidamenti di opere in subappalto.

Com. Stam.

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