Ambiente

Alla scoperta dell’isola che non c’è

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La missione subacquea di Marevivo Sicilia per scoprire e diffondere le bellezze dell’isola ferdinandea: la piccola isola perduta nel canale di Sicilia

Marevivo Sicilia il 10 luglio ha organizzato un’immersione emozionante per esplorare i resti di un vulcano sottomarino e sensibilizzare sulla sua storia e il suo valore ambientale.

Luogo destinazione dell’iniziativa l’Isola Ferdinandea,  emersa dal mare nel 1831 a seguito di un’eruzione vulcanica e scomparsa pochi mesi dopo e che ancora oggi rappresenta un luogo unico e affascinante, ricco di storia e di valore naturalistico. Situata nel Canale di Sicilia, tra Sciacca e Pantelleria, quest’isola effimera giace ora sommersa a circa 6 metri di profondità, formando il Banco Graham.

Una squadra formata da esperti,  messa insieme dal delegato regionale dell’associazione ambientalista Fabio Galluzzo, della quale facevano parte il dottore Mimmo Macaluso, ispettore onorario ai Beni Culturali della Regione Siciliana in materia di geologia marina e profondo conoscitore dei fondali dell’isola, il noto documentarista subacqueo Riccardo Cingillo e il pluripremiato fotografo subacqueo Santo Tirnetta.

L’obiettivo della missione esplorare, documentare e diffondere i resti dell’Isola Ferdinandea: la spedizione si è concentrata sulla mappatura del fondale marino, l’analisi della geomorfologia del vulcano sommerso e le forme di vita marina che popolano l’area.

Riccardo Cingillo è un documentarista che da anni ha indirizzato il proprio lavoro all’esplorazione dei fondali, convinto che mostrare la bellezza favorisce la conoscenza e promuove il rispetto e la tutela del mare. Da un po’ di anni utilizza una tecnologia avanzata nelle  raccolta delle immagini che consente di creare una vera e priopria  “Virtual reality” dove gli ambienti  e  la biodiversità vengono ripresi in 3D e a 360 gradi, restituendo una visione immersiva senza precedenti, in grado di trasportare virtualmente lo spettatore, con il semplice utilizzo di oculus, nei fondali marini,  facendo vivere l’esperienza come se realmente si stesse per compiere una vera e propria immersione subacquea.

Le immagini in 3D a 360 gradi restituiscono una sensazione di profondità e realismo ineguagliabile: è come trovarsi a nuotare accanto ai coralli e alle creature marine.

Un modo per consentire a tutti di vedere il mare nella sua più bella e profonda espressione, abbattendo ogni ostacolo fisico, facendo sentire lo spettatore parte viva dell’ambiente marino.

Tra gli altri obiettivi dell’iniziativa c’è anche  la volontà di sostenere lo studio dell’area marina, ottenendo delle immagini che possono essere utilizzate per studiare la geologia, la biologia e l’ecologia dell’Isola Ferdinandea, fornendo informazioni preziose per la sua tutela e valorizzazione e infine le immagini raccolte serviranno per produrre un cortometraggio che sarà diffuso presso le scuole, la comunità locale e non solo, per promuovere la bellezza di questo isolotto vulcanico che è emerso dal mare, affascinando da sempre naviganti, studiosi e ricercatori e arricchendo  la storia di miti e leggende.

Vogliamo fare un regalo alla comunità che vive nella costa meridionale della Sicilia e ai tanti visitatori che vi si recano – afferma Fabio Galluzzo di Marevivo – daremo la possibilità a tutta la  gente che lo vorrà l’opportunità di conoscer quest’area marina sommersa, vedere non solo con gli occhi, ma toccare quasi con mani la bellezza e la singolarità del suo habitat. Un’isola che c’è, e che non è andata perduta, ma che rimane custodita dal mare, che la conserva nella sua integrità e nella sua incredibile unicità. Realizzato il filmato, daremo a tutti la possibilità di poterlo vedere – continua Galluzzo – cogliendo l’opportunità di inserirne la visione nell’ambito dell’organizzazione di eventi locali, mettendelo sempre a disposizione  presso i nostri centri di educazione ambientale e offrendola a tutte le  scuole dove svolgeremo le nostre attività di educazione ambientale. Continuiamo convinti il nostro lavoro di difesa di questo territorio, ma anche di promozione, collaborando a progetti di ricerca, ma anche di turismo sostenibile che pongano comunque il mare e la natura sempre in primo piano in termini di conoscenza e rispetto.

Sono stato felice di partecipare all’iniziativa –conclude il dottore Domenico Macalusoe riuscire a osservare come la tecnologia possa sostenere lla divulgazione scientifica e la sensibilizzazione verso la tutela dell’ambiente marino, permettendo di far conoscerein modo coinvolgente ed emozionante il grande patrimonio marino siciliano. Per tanti anni ho partecipato a spedizioni di ricerca scientifica nei fondali attorno all’Isola Ferdinandea per documentarne la morfologia, la struttura dei resti del vulcano e la vita marina, ma  riuscire a ottenere immagini così realistiche mi ha molto sorpreso: un sistema in grado di teletrasportare virtualmente lo spettatore nei fondali e di dare a tutti, anche a coloro che non potrebbero mai farlo, la possibilità di osservare la bellezza del mare e nello specifico di questo incredibile luogo che da sempre incuriosisce e affascina”.

Com. Stam. + foto Marevivo

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