“Allora, adesso io farò questo: proverò a raccontarvi in tre minuti la storia di una persona che conosce la guerra e conosce la pace e conosce bene lo spazio che le separa. Lei è Yusra, Yusra Mardini, classe 1998, 168 centimetri di altezza per 53 chilogrammi di ossa, muscoli, tessuti e volontà.
Nuotatrice agonistica, specializzata in farfalla e stile libero. (Due cose che volano). Occhi caparbi, mani forti, coraggio sottopelle, elastici tirati come tuffi al cuore oltre il blocco di partenza, capelli legati ai dolori, sudore su costume nero, intero, fino, micro-fibra, macro-sogni, sponsorizzata Arena. Per gran parte del suo tempo immersa in acque dolci, ferme, azzurre, amiche filtrate di cloro, acque sezionate in corsie lunghe rigorosamente 50 metri, attraversate come un galeone, a vele issate, contro i venti ostinati e contrari sui quali lei batte da anni una sola bandiera, siriana. Status attuale: rifugiata. Professione: atleta. Figlia di atleta, sorella di atleta, magari un giorno madre di atleta. (Certi alberi genealogici lo fanno. Tu prendi un ceppo e tiri giù tutto l’intero quadro astrale. Tipo i punti a scala quaranta). Nasce a Damasco, decide di non morirci”.
Insegnare la disobbedienza ad una figlia è pericoloso. Ma è più pericoloso non farlo. Così scriveva Sofocle nella tragedia dal titolo “Antigone”. Era il V secolo a.C., un bel po’ di tempo fa. Eppure, ancora oggi, abbiamo bisogno di ricordarci perché, quando e come disobbedire. Sì, ma a quali ingiustizie? Troppe. Specialmente quelle perpetrate ai danni del genere femminile, una parte di mondo che ha da tempo intrapreso la strada verso la sua libertà e verso la sua autodeterminazione, eppure tra vecchie e nuove resistenze.
In questo spettacolo l’autrice e interprete Cecilia Lavatore e la cantautrice Marta La Noce raccontano storie di donne che hanno risposto ai “venti avversi”, che hanno voluto testimoniare verità altre da quelle egemoni, che si sono talvolta sacrificate per difendere i loro sogni e le loro idee: dalla migrante Yusra Mardini, all’iraniana Mahsa Amini, dalla partigiana Luciana Romoli, alla musicista curda Nudem Durak.
E ancora, l’artista militante Franca Rame, la coraggiosa attrice Ilary Swank, la “pussy riot” russa Aleksandra Skochilenko e molte altre ancora, in una carrellata di voci ribelli e tenaci. Da chi si è sottratta alla violenza domestica, a chi ha scelto di essere dissidente dei regimi dittatoriali, a chi ha lottato contro i pregiudizi. Le donne di “Libera” hanno viaggiato e viaggiano tutte in direzione ostinata e contraria e viaggiano anche per noi. “Libera” è uno spettacolo che vuole essere testimonianza e omaggio piuttosto che lezione o condanna. Corpo e cuore piuttosto che ragione.
Teatro Trastevere Il Posto delle Idee
Consigliata Prenotazione
Feriali ore 21, Festivi ore 17,30
Intero 13, Ridotto 10 (prevista tessera associativa)
Com. Stam. + foto