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Speculazione su case famiglia per minori? verifichiamo. Scafidi richiede accesso agli atti

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Mentre il dibattito sulle case famiglia di Palermo continua ad andare avanti, la presidente della Quarta Commissione Consiliare Giusi Scafidi chiede l’accesso agli atti. “ È importante far luce su tanti aspetti e prevenire, con un attenta analisi, eventuali speculazioni ” dice per motivare la scelta di leggere tutte le relazioni presentate, dal 2012 a oggi, dagli assistenti sociali. Relazioni indispensabili per chiedere al Tribunale, negli eventuali casi verificatisi, che i minori passassero dalle cure della famiglia a quelle delle strutture preposte.

“Perché le adozioni e gli affidi sembrano pochi? I bambini entrano nelle case famiglia da piccoli e escono ormai grandi: perché? Ci sono pochi affidi e poche adozioni? E vogliamo capire i reali motivi per cui i bambini vengono tolti alle famiglie, accertarci soprattutto che non si siano verificati casi in cui i minori siano stati tolti ai genitori per motivazioni economiche”.Infatti, chiarisce Scafidi, la giurisdizione (come previsto con il testo entrato in vigore il 7 luglio 2014) indica i problemi economici come un requisito da non tenere in considerazione per togliere un bimbo dalla sua vera casa.

“Quello che vorremmo, quindi, è che i due mila euro mensili utilizzati per il supporto e il sostegno dei singoli bambini nelle comunità alloggio, siano destinati per migliorare la situazione economiche delle famiglie che, con quelle somme o anche leggermente inferiori, potrebbero sostenere la famiglia. Perché l’obiettivo della nostra politica è quello di tutelare i bambini, e un bambino che cresce con i suoi genitori è un bambino sano. Da questo discorso, ovviamente, vanno esclusi i casi in cui i minori vengano destinati alle case famiglia per altre motivazioni, come la violenza familiare o l’incapacità dei genitori di accudirli”. La presidente della Quarta commissione ricorda, inoltre, che è sempre in aumento il numero delle famiglie che risente del forte periodo di crisi economica.

“E se una madre teme di veder sottratto il proprio figlio, non si rivolgerà mai alle istituzioni preposte per chiedere aiuto, agevolazioni e per avere un supporto, così come stabilito dalla legge. Costringiamo famiglie al silenzio e a convivere con la povertà”.

Infine Scafidi invita il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza del Comune, che di recente ha incontrato associazioni di case famiglia della città, ad incontrare  la sua commissione e a relazionare periodicamente, ogni sei mesi, così come previsto da apposito regolamento. “Siamo certi della sua professionalità e competenza – continua Scafidi – ma non è mai entrato in contatto con la mia commissione che è quella preposta alle politiche sociali. Ritengo molto importante questa figura al punto che l’iter burocratico per istituita è partita da una mia proposta di deliberazione”

Com. Stam.

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