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Se mi lasci non vale ~ Seduzione per seduzione

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Vincenzo Salemme ha un solido background teatrale. Agli inizi lavorò addirittura con Eduardo, mentre al cinema si accostò con particine nei film di Moretti degli ’80. I set continuò a frequentarli di rado, finché nel ’98, forte dell’esperienza da palcoscenico irrobustitasi grazie alla formazione di una sua compagnia, non rientrò dalla porta principale con L’amico del cuore, sua prima regia per il grande schermo. Si trattava dell’adattamento di una collaudata pièce, diventò una pellicola redditizia che per di più rivelò il talento dei  colleghi Carlo Buccirosso e Maurizio Casagrande, lanciò Biagio Izzo e ridiede carica al multiforme Nando Paone. Sfortunatamente i lungometraggi successivi tradirono la fretta di cavalcare l’onda e, fatto salvo qualche brano di Cose da pazzi (ancora un testo già portato proficuamente in scena), il percorso di Salemme autore (tralasciamo volutamente, per semplicità, quello d’attore) è rimasto impantanato tra equivoci e gestualità (affidati a interpreti di alta scuola, ribadiamo) di prammatica, tanto da valergli lo sbrigativo epiteto di “Pieraccioni napoletano”, fuorviante e sostanzialmente ingeneroso (senza nulla togliere alle differenti capacità del comico toscano).

Sino all’anno scorso, quando un’ulteriore trasposizione, quella dell’apprezzato …E fuori nevica!, non ha fatto trapelare incoraggianti segnali di miglioramento in termini di scrittura e passaggi di codice. E arriviamo a oggi: la decima direzione di Vincenzo, sfoggiante un titolo “iglesiasiano” alla Tartaglia (e Veronica Mazza, moglie di quest’ultimo, ha un cameo), possiede finalmente ritocchi degni degli standard recitativi in campo, e se non si può parlare di stile perlomeno è riscontrabile maggior cura nella tecnica narrativa. Di sicuro parte del merito è da ascrivere ai co-sceneggiatori Martino Coli e, soprattutto, Paolo Genovese, cineasta che in un quinquennio di attività può vantare un discreto curriculum. Poi, ça va sans dire, viene l’apporto di co-protagonisti di vaglia come D’Aquino e il succitato Buccirosso (e c’è un piccolo, “nobile” sebbene accessorio spazio pure per l’inossidabile Carlo Giuffrè), mentre lo zelante Calabresi e la simpatica Autieri seguono a ruota. Se a ciò aggiungiamo un soppesato “secondo livello” contenutistico, del resto presente anche in Ho visto le stelle!, a onor del vero unica ulteriore tappa da citare della filmografia salemmiana, possiamo concludere che i motivi per rallegrarsi, alfine, ci sono. La trama in breve? Due uomini lasciati dalle compagne si conoscono e decidono di sedurre ciascuno l’ex dell’altro, in modo da abbandonarle e farle soffrire; imprevisti all’orizzonte…

Se mi lasci non vale (Italia, 2016) di Vincenzo Salemme con Vincenzo Salemme, Paolo Calabresi, Serena Autieri, Tosca D’Aquino, Carlo Buccirosso

di       Massimo Arciresi

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KKKKK
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