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Quo vado? ~ Un lavoro serio

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Tentare un’analisi del fenomeno Checco Zalone, al secolo Luca Medici (così si firma in sceneggiatura, però i suoi personaggi, per tradizione comica e calcolo, mantengono lo pseudonimo), cabarettista dai molti talenti – a dispetto della volgarità di superficie – il quale nel 2009, come tanti colleghi “di passaggio”, ha giocato la carta del cinema con Cado dalle nubi, ottenendo un successo insperato che si è ripercosso e amplificato nei seguenti Che bella giornata, finora il più debole, e Sole a catinelle (a completare un’ideale “trilogia meteorologica”), è esercizio che richiederebbe più spazio. Giunto al quarto film – sempre diretto dal fedele Nunziante, co-autore dei copioni che sicuramente ha grossi meriti nell’exploit zaloniano –, Checco sta per battere il suo stesso record: nel momento in cui scriviamo Quo vado? – il titolo in latino corretto è l’ulteriore indizio di un impianto da non prendere troppo alla leggera – viaggia spedito verso i 40 milioni di incasso (il precedente ne totalizzò 52).
L’eco delle prime tre commedie, unita a un battage pubblicitario accorto e in parte infingardo, oltre alla studiata collocazione dell’uscita durante le feste (legittime le polemiche sulla compresenza di Star Wars), crea una sorta di afflusso automatico e sproporzionato nelle sale, dove accorrono non solo gli appassionati della risata – relativamente – crassa (le cadute di tono in questi prodotti “familiari” comunque non mancano), ma anche coloro che sanno leggere fra le righe una rappresentazione dell’italiota di oggi, qui disposto a tutto, finanche ai trasferimenti più impervi, per mantenere il mitico posto fisso. La formula, in fondo, non cambia: il protagonista è un ignorante a suo modo non sprovveduto che attraverso le imbarazzanti manifestazioni delle sue limitate vedute porta le platee (almeno quelle più disposte, perfino fra le file popolari) a riconoscersi e a fare autocritica. I finali edificanti in tal senso non sono mai un caso, e viste le quote dei risultati non è detto che, al di là dei difetti (che ci sono), non possano emergere delle riflessioni o addirittura si impari, nel caso specifico, la differenza tra corruzione e concussione. E se un tempo partecipava Marco Paolini, ora c’è Sonia Bergamasco ad aiutare il debellamento di eventuali snobismi; dove faceva capolino Solenghi adesso troviamo Banfi, nell’ottica di un recupero dei volti acclamati appena ieri da vaste fette di pubblico. Senza dimenticare il prezioso professionismo di altri caratteristi (Ninni Bruschetta in testa) ben inseriti in uno script abbastanza acuto che riesce a essere sfaccettato nonostante la fondamentale meccanicità.

Quo vado? (Italia, 2016) di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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