Da qualche giorno è online “Se non suoni tu”, il singolo d’esordio di Alessandro Di Dio Masa. Un esordio particolare, perché l’artista è uno stimato compositore e produttore, nonché titolare di uno studio di registrazione a Carrara, il Musicantiere Toscana, che è anche da anni fucina di talenti come casa discografica.
Alessandro Di Dio Masa ha però voluto prendersi del tempo durante i lockdown del 2020 per scrivere un disco di canzoni tutte proprie, che ora è pronto a farci ascoltare, e a svelarci in quest’intervista esclusiva.
Quando è nato l’impulso a scrivere dei pezzi tuoi dopo tanti anni come produttore, autore e arrangiatore per altri artisti? Che necessità hai sentito dentro di te?
Faccio una premessa: ho iniziato la mia carriera tanti anni fa da musicista/chitarrista, interprete, autore e compositore, e poi per motivi di insoddisfazione per quello che scrivevo ho trascurato la parte autoriale per qualche anno. La necessità è venuta durante il lockdown in un momento di introspezione e di riflessione su quello che stava succedendo nel mondo. Pensa che, visto che in studio non poteva venire nessuno tranne che me essendo il titolare, ho realizzato e prodotto tutto il mio progetto da solo producendo e registrando tutti gli strumenti. Avevo le idee molto chiare e sono stato velocissimo: in 45 giorni ho prodotto quasi tutto l’album.
Il primo di questi brani si chiama “Se non suoni tu”. Che tipo di canzone è?
Il testo del brano mi è stato proposto “come regalo” da un amico, poi lo abbiamo risistemato insieme. È un brano che parla della mia dedizione e passione verso la musica.
Qual è il messaggio che hai voluto trasmettere con questa canzone?
L’invito a chi vuole intraprendere questo mestiere di farlo sul serio con passione, dedizione e studio.
“Se non suoni tu” anticipa un intero disco di inediti. Cosa ci puoi dire a proposito di quest’album? Avrà un sound simile a quello di questo brano o ci saranno delle sorprese?
Sì! Anticipa un progetto con altri 12 brani. È un album che contiene brani pop con diverse tematiche sull’amore, sui figli, sul mio cane fedele amico peloso e anche su personaggi famosi. Il sound è abbastanza vario. Sorprese? Sì, alcune, ma adesso preferisco non spoilerare.
Quali sono gli insegnamenti più importanti che hai tratto dalle tue collaborazioni con nomi fondamentali come Renato Zero e Lina Wertmuller?
Gli insegnamenti principali direi che sono stati quelli della disciplina, della preparazione, della personalità che bisogna avere per crearti nel tempo uno stile forte e soprattutto personale.
E dell’esperienza come primo insegnante di chitarra di Francesco Gabbani che cosa ci puoi dire?
Francesco ha iniziato a studiare con me alla tenera età di nove anni e già a dodici blueseggiava e jazzeggiava bene! A sedici anni mi faceva ascoltare le sue prime composizioni e devo dire che erano molto interessanti. Sapevo già che in qualche maniera prima o poi ce l’avrebbe fatta, perché è sempre stato musicale, sensibile e determinato, e soprattutto non è mai assomigliato a nessuno: aveva già un suo stile ben definito fin dall’inizio. Sono felice che abbia raggiunto il successo meritato e che sia rimasto il solito Franceschino umile, simpatico e ironico che affettuosamente, viste le mie origini geografiche, quando ci vediamo o ci sentiamo per telefono mi dice “Minchia Maestro come stai?”
Come si conciliano i tuoi impegni come cantautore, arrangiatore, produttore e gestore di un’etichetta e di uno studio di registrazione?
Si conciliano bene, anche se sono immerso nel mio lavoro 10/12 ore al giorno dedicando tutto il tempo sia a me che agli artisti che seguo! Sono felice ma soprattutto mi sento molto fortunato a poter fare questo lavoro di compositore, produttore, arrangiatore, editore, e come dice un amico scherzando sul mio cognome, anche di Masager (Manager).
Com. Stam./foto