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Black out Sicilia e -servizi

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Servizi sanitari telematici fermi nei giorni scorsi presso la Asp di Palermo. Secondo fonti ufficiali la causa sarebbe un guasto ai server di Sicilia e-Servizi, la società a partecipazione regionale, gestita dall’ex pm Antonio Ingroia. L’Azienda sanitaria ha diffuso un comunicato in cui si dice che il disservizio sarebbe dovuto a “cause indipendenti dalla volontà dell’Asp”. Il problema ha riguardato diversi settori: “A causa dell’interruzione del collegamento con i server di Sicilia e-Servizi, nella giornata di oggi non si garantiscono le attività di prenotazione visite specialistiche (Cup), la scelta e revoca del medico di famiglia e del pediatra (anagrafe assistiti), la riscossione ticket ed esenzione ticket per patologia ed invalidità”.
È stato sufficiente un semplice guasto per mandare in tilt buona parte dei servizi legati alla sanità.
Strano il commento di Ingroia: “E’ gravissimo, inaccettabile e inaudito quello che ha fatto l’ex socio privato di Sicilia e-Servizi, non si può staccare la spina a servizi informatici importantissimi che mettono a rischio anche la salute delle persone”.
Non è la prima volta che si manifestano guasti simili a Sicilia e-Servizi che causano un black out totale della sanità regionale. E sempre in occasione di eventi particolari. Come nel 2013. Alla scadenza della convenzione con Sicilia e-Servizi (che faceva capo a due colossi dell’informatica, Engineering e Accenture) vennero licenziati i 76 dipendenti esterni. Proteste, incontri con le massime cariche regionali e, ovviamente, rischio black out. Il 23 dicembre con una lettera inviata a tutte le prefetture dell’Isola, l’amministratore delegato della Venture, Giuseppe Bosco, annunciò che c’era il rischio “che si possano verificare disservizi, malfunzionamento o ritardi che potrebbero ricadere sulla collettività generando potenziali confusioni, polemiche e problemi di ordine pubblici”. Servizi che non riguardavano solo la sanità ma anche i cedolini dei dipendenti regionali, la gestione dei mandati di pagamento della Regione, il sistema di emergenza del 118 e, soprattutto, l’enorme banca dati della Regione, contenente preziosi dati sensibili, che era custodita in un archivio elettronico al capo opposto dell’Italia: in Valle D’Aosta.
“Alla luce di quanto emerso oggi, verrà proclamato uno sciopero generale di 24 ore con l’interruzione dei servizi erogati”, dissero i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl Fna e il comitato dei lavoratori Sisev.
Ma il nome di Ingroia e della società erano già finiti sulle prime pagine dei giornali a proposito di un’altra vicenda: lo scorso anno, la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta (il reato supposto era abuso di ufficio) proprio nei confronti dell’ex magistrato Ingroia, del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, del’ex ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, e di sei assessori della prima Giunta. Il motivo? Le assunzioni autorizzate dal presidente di Sicilia e-Servizi Ingroia e avallate da una delibera della giunta. Per questo la Corte dei Conti chiese a Ingroia (e a Crocetta e ad alcuni ex assessori regionali) il pagamento di un danno erariale di 100mila euro.
Della società si è parlato anche a proposito dei compensi per l’ad Ingroia. Nonostante la norma fatta approvare all’Ars da Crocetta prevedesse un tetto di 50 mila euro (lordi) per gli amministratori delle controllate (come la Sicilia e-Servizi), l’ex pm, nel 2014, avrebbe ricevuto un compenso pari a 201 mila euro “grazie al riconoscimento di una indennità di risultato che da sola vale un bonifico di 110 mila euro” (scrisse l’Espresso). Blanda la giustificazione dell’ex pm: “Il mio compenso non arriva a 201 mila euro, ma a poco più di 150 mila euro”. Che sono comunque molto di più del limite per tutti gli altri ad.
Intanto Ingroia è finito sulle prime pagine dei giornali anche per un altro motivo sempre riconducibile alla Sicilia e-Servizi: le ingenti somme destinate a “incarichi e consulenze esterne”. Spese che ammontavano a circa 500 mila euro. Ancora una volta, poco efficace la giustificazione dell’ad: “Si tratta di spese che ho dovuto avallare perché mi sono trovato a gestire contenziosi sia con il socio privato sia con i dipendenti ai quali non ho rinnovato il contratto”.
Sarà. Resta sorprendente, però, un dato. Che una parte considerevole (380mila euro) di questi compensi erano destinate ad una sola persona e per di più particolarmente vicina a Ingroia (si trattava di parcelle per l’ex tesoriere di Rivoluzione civile, il movimento politico lanciato dall’ex magistrato). Una coincidenza che portò l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei a chiedere chiarimenti e il ragioniere generale Salvatore Sammartano a inviare una nota a tutte le controllate chiedendo “bilanci e spese con carte di credito aziendali”.
Tornando ai black out di Sicilia e-Servzi, anche a giugno scorso se ne verificò uno: il Centro unico di prenotazioni sanitarie e l’anagrafe si bloccò. Un guasto “improvviso”, si disse. Ma in molti pensarono che la causa poteva essere il contenzioso tra la stessa società, Sicilia e-Servizi e alcuni soci privati, Engineering e Accenture, che, allo scadere dell’ultimatum lanciato alla Regione per pagare 88 milioni di euro di debiti, avevano staccato la spina al sistema informatico siciliano.
Solo un mese più tardi, a luglio, in concomitanza di uno sciopero dei dipendenti di Sicilia e-Servizi (il cui contratto era prossimo alla scadenza) vi fu un nuovo blocco dell’attività dell’anagrafe regionale e del pagamento dei ticket sanitari. Andarono in tilt tutti i servizi informatici della Regione, dal 118 alla posta elettronica, dalla gestione del bilancio alla contabilità economica e finanziaria, dal pagamento degli stipendi sino al sistema informativo della Ragioneria. Con conseguenze facilmente immaginabili per il servizio pubblico.
Nei giorni scorsi, infine, l’ennesimo black-out. La decisione del governo nazionale e di quello regionale di informatizzare tutti i servizi e, soprattutto, di metterli nelle mani di una sola azienda, ha finito per conferire a queste società un potere enorme. Oggi un unico soggetto gestisce la contabilità economica della Regione, il pagamento degli stipendi dei dipendenti, l’anagrafe, la posta elettronica della Regione e buona parte della sanità: ciò significa concentrare nelle sue mani un potere enorme.
Un soggetto che ha il potere, ogni volta che le cose non vanno come vorrebbe, di spengere un interruttore e di bloccare quasi tutti i servizi regionali.

di C.Alessandro Mauceri

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