Cronaca

La Polizia di Stato smantella organizzazione di matrice nazi-fascista

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Milano, la Polizia di Stato smantella un’organizzazione clandestina: 4 ventenni volevano instaurare un nuovo ordine mondiale di matrice nazi-fascista

La Polizia di Stato, al termine di un’attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano dr. Alberto Nobili e dal dr. Enrico Pavone, ha eseguito a Milano e Trieste quattro misure restrittive della libertà personale, dell’obbligo di dimora con contestuale obbligo di presentazione giornaliera presso un Ufficio di Polizia, a carico di 4 cittadini italiani.

L’inchiesta condotta in 6 mesi dai poliziotti della DIGOS della Questura di Milano ha permesso di individuare e disarticolare un’organizzazione clandestina – A.R. Avanguardia Rivoluzionaria – composta da giovanissimi che, ispirandosi ai gruppi suprematisti americani, perseguiva l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale di matrice nazi-fascista, incitando alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali; significativa al riguardo, la scelta di usare quali nomi di battaglia quello di terroristi divenuti icone di riferimento della galassia neonazista come, ad esempio, quello di Anders Breikvik, responsabile dell’eccidio di Utoya nel luglio 2011.

Il gruppo, che aveva pianificato azioni violente e programmato azioni intimidatorie per recuperare denaro, aveva anche tentato di allargare il proprio raggio d’azione attraverso rapporti diretti con altre organizzazioni di estrema destra, come il sodalizio elvetico JUNGE TAT che un indagato aveva visitato a maggio, rimanendo coinvolto nell’aggressione organizzata da movimenti antifascisti ai danni degli esponenti svizzeri.

I sodali si erano anche muniti di uno statuto in cui si proclama la costituzione di un’organizzazione “segreta ed eversiva”, politicamente ispirata al fascismo ed al nazionalsocialismo, volta alla promozione di un nuovo ordine europeo fondato su una forma di “aristocrazia spirituale”, e di regole stringenti riguardanti la gerarchia del gruppo, i criteri di reclutamento, i certosini protocolli di sicurezza informatici a cui attenersi.

Gli indagati nel costituire A.R. Avanguardia Rivoluzionaria hanno inteso formare quella che il COMANDANTE G, in una delle conversazioni captate, ha definito una comunità autonoma, ossia un insieme di persone accomunate dalla medesima ideologia radicale, che si prepara, si addestra, cresce con l’obiettivo di attivarsi quando la situazione politico-sociale lo consentirà; tale prospettiva, nota in ambito suprematista come Teoria Accelerazionista, auspica la realizzazione/spettacolarizzazione di azioni terroristiche in grado di favorire, nel momento propizio, il collasso del sistema democratico e l’instaurazione di un regime totalitario.

Tali prospettive hanno trovato un concreto riscontro investigativo da parte della Polizia di Stato a partire da febbraio 2021, quando, in una riunione operativa del gruppo si è deciso di passare ad una nuova fase – definita dal leader “realpolitik”  a partire dalla quale vengono pianificate almeno due azioni violente, una delle quali, portata ad avanzato compimento, riguardano il pestaggio con
manganelli telescopici di una persona di colore musulmana.  Tuttavia, l’evento criminale, programmato nei minimi dettagli dall’abbigliamento da utilizzare alle modalità dell’aggressione, è stato fin dall’inizio monitorato ed inficiato da un puntuale controllo di polizia.

Il secondo progetto, un’azione intimidatoria finalizzata ad una richiesta di denaro ai danni di un minore con la quale finanziare l’organizzazione, si è sviluppata al punto da avviare diverse attività di pedinamento per capire le abitudini della vittima ed agire in sicurezza al momento opportuno.

La pericolosità del gruppo  intenzionato a perseguire nel tempo uno specifico know how nell’uso delle armi da sparo  ha trovato conferma quando si sono muniti di una pistola a salve che hanno alterato nel dichiarato tentativo di renderla idonea al fine di poter esplodere proiettili veri.

L’indagine della DIGOS milanese, in collaborazione con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Interno, ha dunque comprovato l’esistenza di un’associazione pienamente operativa, pronta al compimento di
azioni violente ed illecite ai danni di obiettivi sensibili al solo scopo di perseguire la superiorità della razza bianca. Le motivazioni ideologiche che hanno spinto i 4 indagati sono inevitabilmente quelle più radicate e come tali le più pericolose, in quanto frutto di una valutazione meditata, cosciente e lucida.

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