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Operazione ” UBRIS “

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Nel corso della tarda serata di ieri e le prime ore del mattino del 6 ottobre 2015, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Rimini, hanno proceduto a dare esecuzione a misure restrittive della libertà personale con detenzione domiciliare emesse in data 30 settembre 2015 dal GIP presso il Tribunale di Rimini, nei confronti di 5 soggetti che a vario titolo dovranno rispondere dei reati di concorso nel favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nonché di detenzione e spaccio di stupefacenti.
L’attività investigativa, sviluppata dall’ottobre 2014 all’aprile 2015 e denominata “ UBRIS ” è stata fondata essenzialmente sull’utilizzo di intercettazioni telefoniche, su mirati servizi di osservazione e controllo del territorio unite a specifiche attività informative e di analisi documentale che hanno ricostruito lo scenario ed i ruoli dei soggetti coinvolti.
Ancora una volta il luogo prescelto, quale importante vetrina per le giovani donne sfruttate, è stato rappresentato dal night club “La Perla” di Riccione, locale già salito agli onori della cronaca per essere stato posto sotto sequestro preventivo da parte dell’Arma nel corso dell’indagine “Mirror” che aveva al tempo evidenziato i tentativi da parte di alcuni soggetti, appartenenti ad un sodalizio criminale di tipo camorristico, di acquisire le quote delle società che gestivano due locali notturni della riviera. Nella circostanza le indagini avevano permesso di cristallizzare anche la situazione di intestazione fittizia di beni ed il trasferimento fraudolento di valori che emergeva per il controllo dei night. Per tali episodi il Tribunale di Rimini aveva dato mandato ad un proprio consulente, nominato curatore fallimentare, di gestire il bene sequestrato.
Dopo un periodo di chiusura durato oltre un anno, la nuova gestione da subito si impegnava per rilanciare il locale dando massima pubblicità e cercando di portare quanti più clienti a frequentare i suoi salotti dove le avvenenti ragazze, neo assunte con regolari contratti di artiste di sala/ballerine, cominciavano a farsi conoscere e desiderare. In tale frangente, i nuovi amministratori/gestori, attirati dalle prospettive di forti e facili guadagni, si adoperavano, con l’ausilio di altri dipendenti del locale, per favorire e sfruttare gli incontri “amorosi” delle loro entraineuses che venivano consumati sempre al di fuori del locale. In questa fase è stato possibile cristallizzare i ruoli di ciascuno degli indagati che agevolavano e sfruttavano l’attività di meretricio dalla quale traevano in modo continuativo lauti ricavi economici, soprattutto in occasione di qualche evento fieristico dove i prezzi lievitavano in modo esponenziale. La costante dedizione all’attività illecita, emersa nella sua globalità dall’insieme delle conversazioni telefoniche intercettate, ha permesso di qualificare come permanente l’abitualità e stabilità delle condotte penalmente rilevanti degli stessi.
Le intercettazioni, fin da subito assai proficue, consentivano di accertare come gli indagati fossero dediti a sistematica attività di favoreggiamento e sfruttamento delle giovani ragazze loro dipendenti, dedite ad attività di meretricio. Le stesse si recavano tutte le sere presso il locale concretamente gestito da due degli indagati, personaggi molto conosciuti nel mondo della notte e del divertimento rivierasco, che si adoperavano per selezionare i clienti secondo le possibilità di spesa che ciascuno di questi rappresentava.
L’attività di polizia giudiziaria posta in essere permetteva altresì di portare alla luce l’interessi di due degli indagati a procurare stupefacenti a clienti e conoscenti che si rivolgevano agli stessi per soddisfare i loro bisogni di droga, quasi sempre cocaina.
Per rifornirsi si rivolgevano a dei puscher, prevalentemente stranieri extracomunitari, con investimenti di denaro non elevatissimo ma piuttosto costante nel tempo. In una circostanza, gli investigatori dell’Arma, al fine di effettuare anche un importante riscontro probatorio, davano l’imput per fermare e controllare l’autovettura di uno degli indagati che, di ritorno su Rimini, veniva trovato in possesso di 14 grammi di cocaina e pertanto trattenuto in stato di arresto.

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