Vi ricordate quelle vignette in bianco e nero con due pupazzi nudi, un uomo e una donna (anche se mancavano del tutto gli attributi sessuali espliciti), che si abbracciavano teneramente con la scritta “L’amore è…” e sotto una frase sdolcinata di completamento e la firma Kim? Imperversavano ovunque, sui diari delle adolescenti, sulle magliette, sulle tazze, sui poster delle camerette… per poi svanire nell’oblio come tutte le mode, rimanendo però nel nostro immaginario di adolescenti. Esse veicolavano un messaggio hippie d’amore eterno e panteistico, pur non essendo affatto rivoluzionarie. Mostravano in realtà un mondo tradizionale e conservatore, dove lei rimaneva a casa felice di cucinare, stirare, lavare ed accudire i figli, mentre lui si faceva un mazzo così a lavorare, ma quando tornava al focalare domestico non dimenticava di avere una parola ed un gesto affettuoso nei confronti della compagna che l’attendeva. Quest’anno i due pupazzetti zuccherosi compiono 50 anni. Sono stati disegnati infatti nel 1970 dalla neozelandese Kim Groove, morta nel 1997 e finita sulle prime pagine dei giornali anche per essere una delle prime donne a sperimentare l’inseminazione artificiale per fare nascere il suo secondo figlio – attuale disegnatore dei personaggi di mammà – dopo la morte del padre, donatore degli spermatozoi. Kim li aveva pensati per illustrare i bigliettini d’amore che donava al suo fidanzato, ma presto i due “teneroni” uscirono dalla sfera intima per entrare nel merchandising mondiale, facendo fruttare alla loro “mamma” tanti bei soldini con la vendita di gadget di ogni tipo, ma non solo. L’uscita delle vignette coincise anche con la pubblicazione del libro “Love Story” di Erich Seagal, dal quale fu poi tratto un melenso film interpretato da Ali MacGraw e Ryan O’Neal, opere che contribuirono notevolmente alla notorietà dei due pupazzetti.
Ciro Cardinale
CS
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