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Giochi in Piemonte, il Tribunale di Torino: “legge regionale incostituzionale, cancellate attività lecite dal territorio”

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“Quel provvedimento è incostituzionale”. Così, in sintesi, le toghe amministrative torinesi sul caso della multa a un gestore di una sala slot.

Un precedente che rischia di trasformarsi in un vero e proprio Gps per tutti coloro che decideranno di ricorrere contro le stringenti regole sulle “distanze” tra luoghi di gioco e luoghi ritenuti sensibili. Perché? Secondo i giudici, la legge regionale piemontese sul gioco cancella l’offerta legale di slot, vieta un’attività lecita e, dunque, si rileva un evidente «problema di costituzionalità della norma sotto vari profili». Il provvedimento dei giudici di Torino parte dal ricorso del titolare di un sala a cui era stata contestato il mancato rispetto della norma sulle distanze, che gli era costata una multa salata, adesso sospesa dal Tribunale. L’ordinanza del Tribunale di Torino – che Agipronews ha potuto visionare –  ritiene la cancellazione dell’offerta legale come «dato oggettivo, e ad oggi non contestato». A Torino «sul 100% del territorio cittadino non è possibile collocare apparecchi da gioco all’interno di attività aperte al pubblico», la legge impone un «sostanziale divieto» alla gestione di macchine da gioco, «attività imprenditoriale consentita, sebbene da regolamentare e limitare a tutela di altri e pregnanti interessi costituzionali», risulta evidente «un problema di costituzionalità della norma sotto vari profili». Secondo la perizia commissionata dall’associazione di gestori slot Astro, e depositata in giudizio, «Applicando il “distanziometro” previsto dalla Regione Piemonte – secondo cui gli apparecchi da gioco non possono essere collocati a meno di 500 metri dai luoghi sensibili – sul 99,32% del territorio urbano di Torino non è possibile installare macchinette da gioco; il restante 0,68% è praticamente infruibile trattandosi di spazi molto ridotti e frammentari che non consentono l’apertura di un locale».  «Il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco pare aver portato nel caso del Comune di Torino ad una totale negazione della possibilità costituzionalmente garantita di gestire una attività imprenditoriale, lecita», conclude il giudice nell’ordinanza.

LEGGE GIOCHI PIEMONTE INCOSTITUZIONALE, PUCCI (PRES. ASTRO): “GIUDICE CONDIVIDE I NOSTRI DUBBI: REGIONE RIVEDA LA NORMA”

«I dubbi del giudice sono gli stessi sollevati da noi: è pressoché impossibile gestire un’attività imprenditoriale lecita in Piemonte, come garantisce la Costituzione. La perizia che avevamo depositato alla regione Piemonte molti mesi fa – che confermava la sostanziale espulsione delle slot machine dal 99,3% del territorio comunale torinese – lo aveva già affermato chiaramente ed è un peccato che non sia stata tenuta in considerazione dalle istituzioni». E’ quanto dichiara ad Agipronews Massimiliano Pucci, presidente di Astro, l’associazione di gestori slot che ha portato la legge piemontese davanti ad un giudice civile, che proprio ieri ha disposto la sospensione delle sanzioni e sollevato dubbi sulla costituzionalità della norma. Pucci auspica che «Torino abbia il coraggio della Puglia e delle altre regioni di mettere in dubbio gli strumenti di contrasto al gioco patologico, non certamente la battaglia contro il fenomeno che invece va fatta insieme. Il distanziometro è una presa in giro alla modernità. La buona politica deve avere la capacità di tornare sui propri passi, senza perseverare negli stessi errori: consentano alle nostre imprese di ricominciare a pagare gli stipendi ai lavoratori”, conclude.


GIOCHI IN PIEMONTE, CASSIANI (PD): “DISTANZE ILLEGITTIME, DA SOSPENDERE IN ATTESA DELLA CORTE COSTITUZIONALE”

Il Consiglio Regionale del Piemonte non potrà «far altro che sospendere in via di autotutela la legge, come fatto in Puglia, o limitare gli effetti alle nuove attività. Altrimenti saremmo di fronte a un caso di miopia politica assurdo, che non voglio neanche prendere in considerazione». E’ quanto dichiara ad Agipronews il consigliere del Pd Luca Cassiani, commentando l’ordinanza del Tribunale di Torino che ha sollevato possibili profili di incostituzionalità nella legge regionale sul gioco. «Mi auguro che i colleghi vogliano comprendere la portata di quanto ha deciso il Tribunale – dice ancora Cassiani – in particolare nel merito, si parla di profili di incostituzionalità, di illegittimità del distanziometro, di effetto espulsivo, di illegittimità nell’impedire una attività imprenditoriale legale». Il consigliere ribadisce che le misure minime dai luoghi sensibili sono «uno strumento illegittimo, inutile, anzi dannoso e per di più incostituzionale. E’ stata espulsa dal tessuto produttivo una attività lecita, senza dare una reale risposta in materia di lotta alla ludopatia – dice ancora – chi ha problemi ha solo cambiato tipo di gioco e non ha alcun miglioramento, in secondo ha favorito le mafie e le associazioni criminali che installano i “totem”, gli apparecchi illegali non collegati alla rete dello Stato con un danno anche alle casse erariali, in terzo luogo ha ammazzato le attività legittime di lavoratori, operai e imprenditori che rispettano la legge. La Corte Costituzionale non potrà che dare atto che l’effetto espulsivo è di fatto illegittimo costituzionalmente».

GIOCHI IN PIEMONTE, TRONZANO (FI): “L’ORDINANZA DEL TRIBUNALE IMPONE UNA RIFLESSIONE: LA LEGGE VA SOSPESA FINO ALL’INTERVENTO DEL GOVERNO”

«Per dare un giudizio più preciso bisogna leggere l’ordinanza, ma in ogni caso mi sembra opportuno che in Consiglio Regionale ci sia una riflessione sul tema dei giochi. È stato sancito l’effetto espulsivo della legge. Il gioco legale è praticamente messo nell’impossibilità di operare sul territorio». Questo il primo giudizio di Andrea Tronzano, consigliere regionale di Forza Italia, sull’ordinanza del Tribunale di Torino che ravvede problemi di costituzionalità nella legge piemontese sul gioco patologico. Due le possibili risposte politiche, a giudizio di Tronzano: «Mi sembrerebbe intelligente a questo punto sospendere la legge fino all’intervento del Governo, che ha annunciato una normativa di riordino nazionale. Oppure, va modificata sostanzialmente la legge dove si occupa di distanze minime».
MF/Agipro

Com. Stam.fonte Agipro

 

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