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Donne, simbolo di legalità e coraggio

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“Un filo rosa” da Petralia Sottana fino a Palermo, passando da Termini Imerese. Lo scorso sabato, nella splendida cornice dei monti madoniti, si è concentrata l’attenzione sulle azioni di coraggio compiute dalle donne, così come sulle troppe discriminazioni ed abusi che subiscono ogni giorno. Un convengo è stata occasione di confronto tra gli invitati. Avvocati termitani, professionisti di diverse categorie, e tanti palermitani hanno risposto favorevolmente all’iniziativa.

Un triste comune denominatore unisce i diversi ruoli della donna nella famiglia e nella società, l’abuso su di esse. Svariate sono le forme e le modalità con cui, ogni giorno anche in Italia, uomini di ogni età ed estrazione sociale usano violenza sulle donne. È iniziata nella mattina petralese la 13esima edizione di un convegno che affronta gli svariati aspetti della legalità anno dopo anno, ormai dal 2005. Organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese, dal titolo “D’amore si Muore”, si è svolto un importante dibattito con l’obiettivo di mettere in relazione tutte le parti in causa e sensibilizzarne la cittadinanza. A coordinare i lavori l’avvocato Cinzia Di Vita, componente della Commissione Di Disciplina del Foro termitano che ci spiega come “Obiettivo di questa giornata è cercare di sensibilizzare tutte le fasce sociali, non solo gli addetti ai lavori, ma i vari partner che si trovano a cooperare nell’ambito dei casi di violenza familiare. Accendere un faro sulla tematica e, soprattutto, portare in evidenza il fatto che la denuncia o comunque il ricorso a quelle che sono le pratiche previste dalla legge, riescono a dare dei risultati. Se pure a volte lentamente, a fatica, si riesce però sempre a dare giustizia alla vittima”. – Continua Di Vita – Abbiamo però voluto attenzionare il fenomeno che sta a monte dell’episodio violento, il perché un uomo usa violenza sulla donna, e più in generale sui soggetti che definiamo deboli.”

Centrali gli interventi degli psicologi presenti tra i relatori, spesso consulenti o periti nei processi giudiziari, che hanno sottolineato come gli aguzzini siano stati, in moltissimi casi, vittime a loro volta.  È quindi fondamentale l’interrelazione tra diverse professionalità per il sostegno alla vittima ma, anche, per il recupero di chi delinque. Questo prevede la nostra costituzione, che la pena abbia una funzione rieducativa e riabilitativa del reo. Se non si agisce sulle cause psicologiche che hanno originato il reato, è molto probabile che una volta espiata la pena, l’attore del delitto tenderà a reiterarlo.  Più volte infatti, il coordinatore dei lavori ha voluto definire l’incontro come una Tavola Rotonda, più che un tradizionale convegno, proprio a risaltarne l’importanza dell’interdisciplinarietà dell’azione istituzionale. Purtroppo va detto che emerge spesso, dall’analisi dei fatti e dagli uffici attivati nei casi di violenza, un “gap” tra la fase di prevenzione e quella repressiva tipica dell’azione giudiziaria.

Tra i prestigiosi relatori anche Ambrogio Cartosio (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di termini Imerese), Luisa Campanile (Sostituto Procuratore a Termini Imerese), Federica La Chioma (Sostituto Procuratore a Palermo), Leonardo Agueci (già  Procuratore Aggiunto  della Repubblica a Palermo) anch’egli promotore dell’iniziativa, Luisa Campanile (Sostituto Procuratore a Termini Imerese), Mario Di Gangi (Responsabile dei Servizi Socio Assistenziali del Comune di Petralia) e Marisa Cottone (psicologa e psicoterapeuta). A dar forza ed ulteriore solennità all’iniziativa non sono mancati i rappresentanti istituzionali del Comune.

Una presenza apprezzata, certamente significativa, ed a conferma della finalità divulgativa e di sensibilizzazione del territorio erano i tanti giovani presenti nella sala del cineteatro Grifeo, situato nel cuore dell’antico e pittoresco borgo medievale.

Abbiamo chiesto ai relatori quali possano essere gli strumenti e le azioni utili a diminuire la quantità di questa tipologia di delitti. Unanimi, tutti concordano sull’utilità di un’assistenza legale che abbia in primis un ruolo di ascolto e prevenzione, quindi l’invito a rivolgersi anche al proprio legale non appena siano avvertiti i sentori di possibili abusi, specie in ambito familiare. Non certo una sostituzione alle istituzioni preposte – sottolinea Di Vita – ma un supporto alle misure esistenti sul territorio che non possono e non devono fare tutto da sole. Efficace è anche l’attivazione di diversi protocolli d’intesa tra Ordine degli avvocati e Comuni, la costituzione di Comunità Terapeutiche, la realizzazione di conferenze e di quelle attività utili a favorire il dialogo istituzionale e professionale con il territorio.

Una delle forme di interazione già attive da tempo è proprio quella svolta da diversi avvocati nelle scuole. Incontrando i giovani favoriscono una corretta informazione e formazione rispetto a ciò che è lecito e ciò che diviene abuso nei confronti della donna.

Il convegno, che aveva valenza anche per i crediti formativi degli avvocati, è stato contornato da più momenti culturali utili alla riflessione sul tema trattato: il primo dedicato alla poesia sociale, attraverso la lettura di un testo interpretato dalla stessa autrice, Monica Cerrito, dal titolo “Rumpi sta catena”. Il secondo è stato invece un cortometraggio, proiettato in sala, sul tema della violenza sulle donne e del disagio che provano anche nella fase di denuncia alle autorità. A conclusione dei lavori, è stato offerto invece ai presenti, un saggio di danza che attraverso l’armonia dei movimenti ha interpretato la donna nelle diverse fasi della vita, riassumendo il tema dei lavori esaltando l’importanza del non rimanere isolate.

All’esterno del cineteatro invece, non casualmente, il corso del paese offriva ai presenti una splendida e pittoresca sagra (una delle cinque più importanti della Sicilia) in cui poter gustare i cibi genuini e tipici delle Madonie. È fin dalla prima edizione, infatti, desiderio degli organizzatori del convegno dare risalto e valorizzare anche i territori in cui esso viene realizzato, ecco il perché ogni anno l’evento ha luogo l’ultimo sabato di ottobre, giorno in cui prende vita anche la sagra. A dar forza a questa trasversale sinergia è Antonio Polito, presidente dell’associazione dei commercianti di Petralia Sottana e direttore della manifestazione.

Polito ha tenuto a sottolineare l’orgoglio di una collaborazione così prestigiosa che punta alla valorizzazione del territorio e della persona. Non può infatti esistere cultura di alcun tipo, dove non c’è prima cultura del rispetto del nostro prossimo. Aggiunge Polito quanto Petralia sia “un’isola felice”, che non vive la piaga delle estorsioni, ne è riprova il fatto che i commercianti abbiamo scelto di sostenere, tra tante manifestazioni, proprio un convegno incentrato sulla legalità.

Di Mauro Faso

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