In Sicilia oltre 39 giovani su 100 non lavorano né studiano. Sono i cosiddetti “NEET” giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro né nella formazione.
Il quadro dell’Isola descritto dall’Istat nel suo rapporto sul Benessere equo e sostenibile rivela dati disarmanti: Palermo, la città metropolitana con i dati più allarmanti in Italia: fra i cittadini che nel 2016 avevano un’età compresa fra 15 e 29 anni, i Neet sono il 41,5 per cento, con un aumento di un punto rispetto al già pessimo anno precedente – lo rende noto Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue – peggio di noi solo la Guyana francese. I nostri dati sono i peggiori di tutta Europa. Dati che riflettono l’assenza di politiche economiche anticicliche a al pari, di politiche attive del lavoro, ridotte al lumicino in questi ultimi anni. È una Regione economicamente terremotata che non può lasciarsi ipnotizzare dall’illusione di certe proposte. Creare lavoro vero e non di plastica è condizione indispensabile per un nuovo tessuto economico che dia vera dignità ai nostri giovani. Troppo scatolame, troppo macelleria sociale si è fatta. Mi batterò con ogni forza per contrastare l’esodo delle nostre giovani risorse forte del fatto che persino paesi in via di sviluppo come quelli dell’est Europa sono riusciti a creare tante opportunità puntando proprio sul placement giovanile”