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La truffa dei Logan ~ Audace colpo di insoliti ignoti

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Dà da riflettere la scelta della distribuzione italiana (e dei Paesi ispanofoni): il riferimento alla (sfuggente) fortuna della famiglia protagonista nel titolo nostrano è sostituito dalla parola “truffa” (significativo che non si opti per “rapina”). Un’accezione “signorile” che, tuttavia, rischia paradossalmente di risultare tanto rivelatrice quanto fuorviante. In fin dei conti, sono inezie.

Già, perché il ritrovato Soderbergh, dopo aver allungato la schiera dei registi di fama dichiaranti solennemente il loro allontanamento definitivo dalla cinepresa salvo poi ripensarci (sinceramente: nel suo caso chi ci aveva creduto?), sigla un film brioso e pensoso, accostabile a Ocean’s Twelve, capitolo di mezzo della sua ben nota trilogia, quella sì incentrata sul raggiro raffinato.

I fratelli Logan vivono in West Virginia e non se la passano bene. Jimmy (Tatum, attore in crescita) è un operaio divorziato con figlioletta, azzoppato dal football, che ha appena perso il posto. Clyde (un equilibratamente sommesso Driver) è un abile barista privo di un avambraccio a causa del servizio in Iraq. Mellie (la graziosa Keough, una delle cinque spose in Mad Max – Fury Road) è una sveglia parrucchiera affezionata alla nipotina. Per non soccombere alle difficoltà delle loro grame esistenze decidono di svaligiare un autodromo, il non troppo distante Charlotte Motor Speedway, nel North Carolina, in occasione della popolare Coca Cola 600, gara NASCAR organizzata per il Memorial Day, ultimo lunedì di maggio in cui si celebrano i caduti in guerra. I tre mettono in gioco singole conoscenze (Jimmy ha lavorato nel sottosuolo della pista, sa come funziona il caveau) e capacità. Ma non basta, ci vuole un “artificiere”, un esperto. I nostri reclutano così il galeotto – nomen omen – Joe Bang (un tramutato e spassoso Craig, “per la prima volta sullo schermo”, ironizzano i credits) e contestualmente architettano la sua evasione (e il suo rientro). Più in là entra in scena l’inflessibile agente FBI Grayson (Swank), intromettendosi nel ricercatamente rilassato quadro finale.

Il cast funziona egregiamente. Oltre al tronfio pilota Seth MacFarlane contrapposto al serafico collega di scuderia Sebastian Stan, all’acida ex-moglie Katie Holmes, alla provvidenziale volontaria Katherine Waterston e all’opportunista direttore di carcere Dwight Yoakam, da citare almeno gli intronati complici Jack Quaid e Brian Gleeson (entrambi figli d’arte). Un plot collaudato, risplendente dei propri personaggi, dove si può fare la “cresta” sulla restituzione di un (incalcolabile) maltolto e un pregnante pezzo di John Denver ha diritto di prelazione su uno di Rihanna.

La truffa dei Logan (Logan Lucky, USA, 2017) di Steven Soderbergh con Channing Tatum, Adam Driver, Daniel Craig, Riley Keough, Hilary Swank

di Massimo Arciresi

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