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Relazione della Commissione: continui miglioramenti per l’occupazione e la situazione sociale nell’UE

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Bruxelles, 12 febbraio 2018 Dall’ultima analisi trimestrale dell’occupazione e degli sviluppi sociali in Europa emerge che nel terzo trimestre del 2017, sostenuta da una solida crescita economica, l’occupazione nell’UE ha registrato un aumento molto superiore al previsto, mentre le cifre relative alla disoccupazione sono calate ulteriormente.

Marianne Thyssen, Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha commentato: “L’Europa è tornata a crescere. Nell’UE l’occupazione ha raggiunto il livello più alto mai registrato, con più di 236 milioni di persone occupate, mentre la disoccupazione è in costante calo. Dovremmo sfruttare al massimo questa dinamica economica positiva e offrire ai cittadini diritti nuovi e più efficaci, come stabilito nel pilastro europeo dei diritti sociali: condizioni di lavoro eque, accesso paritario al mercato del lavoro e protezione sociale dignitosa. È giunto il momento di garantire che tutti i cittadini e i lavoratori possano beneficiare di queste evoluzioni positive del mercato del lavoro.”

Rispetto all’anno precedente, l’occupazione nell’UE è aumentata dell’1,7%, che equivale a 4 milioni di occupati in più, di cui 2,7 milioni nella zona euro. Il maggiore contributo a questa crescita viene dai posti di lavoro a tempo indeterminato e dall’occupazione a tempo pieno: tra il terzo trimestre del 2016 e il 2017, il numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato è cresciuto di 2,8 milioni, un aumento di tre volte superiore a quello dei contratti a tempo determinato (900 000). Il numero di lavoratori a tempo pieno è cresciuto di circa 3 milioni fino a raggiungere i 181 milioni, mentre i lavoratori a tempo parziale hanno registrato un aumento di 300 000 unità fino a raggiungere i 42,7 milioni.

Il tasso di occupazione nell’UE per la fascia d’età 20-64 anni è aumentato costantemente nel corso degli ultimi tre anni, attestandosi al 72,3% nel terzo trimestre del 2017: si tratta del tasso più alto mai registrato. Permangono tuttavia grandi disparità tra gli Stati membri. I tassi di occupazione nazionali variano dal 58% della Grecia all’82% della Svezia. Dalla relazione emerge inoltre che la disoccupazione nell’UE si sta avvicinando a ritmo costante ai livelli precedenti alla crisi. Dopo il picco registrato nell’aprile 2013, il numero di disoccupati è calato di circa 8,6 milioni ed è rimasto al di sotto dei 18 milioni nel dicembre 2017, il livello più basso registrato dal novembre 2008.

Dalla relazione trimestrale emergono ulteriori dati relativi al mercato del lavoro che confermano il miglioramento dello stato di salute dell’economia nell’UE:

  • la produttività del lavoro nell’UE è aumentata dello 0,8% rispetto al terzo trimestre del 2016. La più forte crescita si è registrata in Lettonia, Lituania, Polonia e Romania (del 3% o superiore rispetto all’anno precedente);
  • la situazione finanziaria delle famiglie dell’UE ha continuato a migliorare con un tasso di crescita di circa l’1,5% rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente a un aumento del reddito da lavoro. In quasi tutti gli Stati membri si è registrato un aumento del reddito famigliare nell’anno che precede la prima metà del 2017. Ciononostante, in numerosi paesi, come Croazia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Paesi Bassi, il reddito disponibile lordo delle famiglie si è attestato ancora a un livello inferiore a quello del 2008;
  • la domanda di lavoro e il deficit di manodopera hanno continuato ad aumentare.Nel terzo trimestre del 2017 il tasso generale dei posti di lavoro vacanti[1] nell’UE ha raggiunto il 2% ed è stato superiore nel settore dei servizi rispetto a quello dell’industria e delle costruzioni. Il deficit di manodopera[2] è aumentato, e le assunzioni[3] si sono riprese (crescita del 3,7% nell’anno precedente al secondo trimestre del 2017). L’indice di cessazione dei rapporti di lavoro[4] è calato fino a raggiungere livelli ben al di sotto di quelli precedenti alla crisi, mentre l’indice degli avviamenti al lavoro[5] ha registrato un’accelerazione della ripresa negli ultimi trimestri e si è avvicinato al suo valore precedente alla crisi.

Contesto

L’analisi trimestrale dell’occupazione e degli sviluppi sociali in Europa offre una panoramica dei recenti sviluppi sociali e del mercato del lavoro nell’UE ed esamina i cambiamenti a breve termine del PIL e delle tendenze occupazionali.

Il 17 novembre 2017 il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno proclamato ilpilastro europeo dei diritti sociali, che stabilisce 20 principi e diritti fondamentali per sostenere il buon funzionamento e l’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. La Commissione si sta già adoperando per tradurre il pilastro in azioni concrete, ad esempio conl’iniziativa sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, la proposta di direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea e il pacchetto sull’equità sociale, di prossima realizzazione.

Il semestre europeo è uno strumento fondamentale per orientare ogni anno il processo di convergenza economica e sociale. A partire dal ciclo 2017/18, i principi e le priorità del pilastro sono stati integrati in tutti i principali documenti del semestre. In particolare, il progetto di relazione comune sull’occupazione comprende il nuovo quadro di valutazione della situazione sociale al fine di monitorare le prestazioni nei principali ambiti oggetto del pilastro, quali il tasso di abbandono scolastico, il tasso di disoccupazione giovanile o l’effetto dei trasferimenti sociali sulla riduzione della povertà.

Per ulteriori informazioni

Analisi trimestrale dell’occupazione e degli sviluppi sociali in Europa – febbraio 2018

Sito web del pilastro europeo dei diritti sociali

Analisi dell’occupazione e della situazione sociale realizzata dalla DG EMPL

[1] Il tasso dei posti di lavoro vacanti rappresenta la percentuale di posti vacanti rispetto al numero totale dei posti vacanti e di quelli occupati.

[2] L’indicatore del deficit di manodopera rappresenta una percentuale di imprese che ha indicato il deficit di manodopera come un fattore limitante della produzione.

[3] L’indicatore delle assunzioni rappresenta una percentuale di lavoratori che hanno iniziato un’attività lavorativa subordinata negli ultimi tre mesi.

[4] L’indice di cessazione dei rapporti di lavoro rappresenta una percentuale di lavoratori subordinati che hanno abbandonato l’attività lavorativa in un periodo determinato.

[5] L’indice degli avviamenti al lavoro rappresenta una percentuale di disoccupati che hanno trovato lavoro in un periodo determinato.

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