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La Commissione propone di migliorare la trasparenza e la prevedibilità delle condizioni di lavoro

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Bruxelles, 21 dicembre 2017 La Commissione propone di migliorare la trasparenza e la prevedibilità delle condizioni di lavoro

Nell’ambito delle iniziative che danno seguito al pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione europea ha adottato oggi una proposta di direttiva per condizioni di lavoro più trasparenti e prevedibili in tutta l’UE. La proposta della Commissione integra e aggiorna gli esistenti obblighi di informare tutti i lavoratori riguardo alle loro condizioni di lavoro e stabilisce nuove norme minime per garantire che tutti i lavoratori, inclusi quelli che hanno contratti atipici, beneficino di maggiore prevedibilità e chiarezza in materia di condizioni di lavoro.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “La consultazione delle parti sociali ha confermato la necessità di condizioni di lavoro più trasparenti e prevedibili nell’UE. La proposta di oggi trova il giusto l’equilibrio tra un’occupazione più sicura nell’ambito dei vari tipi di accordi di lavoro, presenti e futuri, la flessibilità e la parità di condizioni. Essa rispetta pienamente le pratiche nazionali del dialogo sociale, permettendo alle parti sociali di attuare le nuove prescrizioni minime relative alle condizioni di lavoro mediante contratti collettivi.

Marianne Thyssen, Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha aggiunto: “Con la proposta di oggi interveniamo per migliorare la trasparenza e la prevedibilità delle condizioni di lavoro. Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e presenta un numero sempre maggiore di occupazioni e contratti non standard. Ciò significa che sempre più persone rischiano di non essere più tutelate dai diritti di base, a partire dal diritto di conoscere le proprie condizioni di lavoro. Più trasparenza e prevedibilità andranno a beneficio sia dei lavoratori che delle imprese.”

La Commissione stima che, rispetto alla normativa in vigore, la proposta interesserà e tutelerà altri 2-3 milioni di lavoratori aventi contratti atipici. La proposta prevede al contempo misure per evitare oneri amministrativi a carico dei datori di lavoro, dando loro ad esempio la possibilità di fornire per via elettronica le informazioni richieste. Le nuove norme creeranno anche condizioni di parità per le imprese, in modo che i datori di lavoro possano beneficiare di una concorrenza più equa in un mercato interno con meno lacune. Condizioni di lavoro più trasparenti e prevedibili sono importanti anche per una forza lavoro più motivata e produttiva.

Più concretamente, la Commissione intende ridurre il rischio che i lavoratori non godano di sufficiente tutela:

  • allineando la nozione di lavoratore a quella della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Secondo le norme vigenti, le definizioni possono variare e alcune categorie di lavoratori finiscono col rimanere escluse. Impiegando la definizione di lavoratore della giurisprudenza della Corte, la direttiva garantisce la copertura delle stesse categorie generali di lavoratori;
  • integrando nell’ambito di applicazione della direttiva forme di lavoro subordinato che al momento sono spesso escluse, come i lavoratori domestici, i lavoratori a tempo parziale marginale o quelli con contratti di brevissima durata, ed estendendola a nuove forme di lavoro subordinato come i lavoratori a chiamata, i lavoratori pagati a voucher e i lavoratori tramite piattaforma digitale;
  • garantendo che i lavoratori ricevano un fascicolo informativo aggiornato e ampliato sin dal primo giorno del rapporto di lavoro, e non due mesi dopo come accade attualmente;
  • stabilendo nuovi diritti minimi, quali il diritto a una maggiore prevedibilità del lavoro per coloro che lavorano per lo più con un orario variabile, la possibilità di chiedere la transizione a una forma di occupazione più stabile e di ricevere una risposta scritta o il diritto alla formazione obbligatoria senza deduzione dello stipendio;
  • rafforzando gli strumenti di esecuzione e i mezzi di ricorso come ultima risorsa per risolvere eventuali controversie quando non è sufficiente il dialogo.

La direttiva proposta dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea e dovrà essere attuata dagli Stati membri tramite la legislazione o gli accordi collettivi tra le parti sociali. Data la grande importanza attribuita al dialogo sociale, le parti sociali avranno la possibilità di modulare i diritti minimi proposti dalla direttiva, a condizione che venga rispettato il livello generale di tutela.

L’iniziativa di oggi è una delle azioni intraprese dalla Commissione per attuare il pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato al vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque di Göteborg il 17 novembre 2017. La direttiva contribuisce in particolare all’attuazione del principio 5, “Occupazione flessibile e sicura”, e del principio 7, “Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento”, del pilastro.

Contesto

La proposta di direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili della Commissione aggiorna e sostituisce la direttiva sulle dichiarazioni scritte (91/533/CEE), che riconosce ai lavoratori, all’inizio di un nuovo impiego, il diritto di ricevere informazioni per iscritto in merito agli elementi essenziali del rapporto di lavoro. Dopo oltre 25 anni, tale direttiva non riflette più l’evoluzione delle realtà del mercato del lavoro, in particolare le nuove forme di lavoro subordinato che si sono sviluppate negli ultimi anni. La maggiore flessibilità del mercato del lavoro e la crescente diversità delle forme di lavoro subordinato hanno creato nuovi posti e permesso a un maggior numero di persone di essere attive professionalmente, ma hanno anche messo in luce una serie di lacune nella tutela dei lavoratori e, nel caso dei lavoratori vulnerabili, hanno talvolta contribuito a nuove forme di precarietà.

L’iniziativa è stata annunciata nell’aprile 2017 congiuntamente al pilastro europeo dei diritti sociali. È parte del programma di lavoro della Commissione per il 2018 e segue unaconsultazione in due fasi delle parti sociali. Le parti sociali non hanno avviato negoziati per proporre il proprio accordo e la Commissione ha pertanto deciso di agire in linea con il trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

L’iniziativa fa anche seguito a due risoluzioni del Parlamento europeo: quella del 19 gennaio 2017 su un pilastro europeo dei diritti sociali, che chiede una direttiva quadro sulle condizioni di lavoro dignitose in tutte le forme di occupazione, e quella del 4 luglio 2017 sulle condizioni di lavoro e l’occupazione precaria, che chiede una revisione della direttiva del 1991 per tenere conto delle nuove forme di lavoro subordinato.

Il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre ha invitato il legislatore dell’Unione ad avanzare rapidamente sulle questioni sociali in sospeso a livello dell’UE, facendo anche riferimento alle iniziative annunciate dalla Commissione nel suo programma di lavoro, tra cui questa direttiva.

La proposta di direttiva è stata elaborata in base a una consultazione pubblica mirata e a una valutazione approfondita della legislazione vigente, i cui risultati sono sintetizzati nella valutazione d’impatto.

Prossime tappe

Conformemente alla procedura legislativa ordinaria, la proposta sarà ora esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Per ulteriori informazioni

MEMO: proposta della Commissione per aumentare la trasparenza e la prevedibilità delle condizioni di lavoro – domande e risposte

Notizia sul sito web della DG Occupazione, con link ai documenti giuridici

Marianne Thyssen su Twitter e Facebook

Il Vicepresidente Dombrovskis su Twitter: @VDombrovskis

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