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Un metro per la vita

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Domenica 7 giugno, prima o dopo il bagno al mare, sarà il caso di fare un salto in una delle molte piazze italiane dove troveremo ad aspettarci i gazebo della Medicina Interna sulla Sindrome Metabolica. A ciascuno verrà misurato, da una preparatissima equipe di medici e ricercatori, il girovita, attraverso il quale si ha una misura indiretta del grasso viscerale che permette di identificare i soggetti a rischio di arteriosclerosi, ossia l’indurimento dei tessuti delle pareti arteriose che non compare solo con l’avanzare dell’età, a rischio tutti coloro che non conducono una vita del tutto sana e corretta a cominciare dall’alimentazione per continuare con il fumo, il diabete, il colesterolo alto, la familiarità con certi disturbi e non ultima ma forse tra le più importanti, l’obesità. A chi visiterà i gazebo e si sottoporrà gratuitamente alla misurazione del girovita, sarà donato un metro da sarta da portare a casa e tenere saggiamente sul comodino per misurarsi di tanto in tanto la circonferenza vita, che permette di identificare una sindrome o meglio, una componente importante della sindrome metabolica che è l’obesità viscerale. A Roma, Torino, Genova, Pavia, Bergamo, Firenze, Perugia, Napoli, Bari, Catania, Sassari, Modena, Catanzaro e Novara domani accadrà tutto questo nei gazebo dei Dipartimenti di Medicina Interna. 
> Abbiamo chiesto al Prof. Francesco Violi, Past President della Medicina Interna Italiana e attuale Direttore del Dipartimento di Clinica Medica 1 del Policlinico Umberto I che ha ideato questa manifestazione che ha intitolato “Un metro per la Vita”, a quante persone è rivolto questo invito e quante persone soffrono di obesità.
> R. L’obesità è uno dei problemi più gravi dell’uomo occidentale, specialmente in tutte le regioni del Sud Europa e del Sud e Nord America, nelle fasce sociali medio basse; il grasso che si accumula in certe zone del nostro corpo, ma specialmente il grasso addominale che veniva considerato un tessuto quasi amorfo, poi si è visto che è un tessuto che produce sostanze infiammatorie, che a distanza possono provocare danni alle arterie e negli organi, per cui la diffusione nel mondo occidentale è oggi una delle piaghe dell’essere umano. 
> D. Quindi più si è poveri più si mangia male?
> R. Esattamente. Diciamo che dipende da un fatto culturale, l’alta società sa che il grasso fa male e cerca di modulare l’introito di cibo, di bruciare facendo sport e tutte quelle altre cose che servono per evitare l’accumulo di grasso. 
> D. In Italia il problema dell’obesità è sentito? 
> R. Sentito dalla gente no, per ciò che abbiamo studiato attraverso la Società Italiana di Medicina Interna, i fattori di rischio che si associano alla sindrome metabolica nel Sud Italia, quindi da Roma in giù, sono molto più diffusi. La sindrome metabolica si caratterizza prevalentemente per l’obesità, quella per circonferenza vita, ci sono delle misure da rispettare e sono 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne, Regioni come la Calabria, la Sicilia, hanno un fattore di rischio cardiovascolare legati alla sindrome metabolica molto più diffuso rispetto alle città del Nord. Il target del messaggio che noi vogliamo dare è ovviamente nazionale, però è indirizzato perlopiù alle Regioni del Sud Italia per i motivi già detti.
> “Un metro per la vita” e i medici del Policlinico Umberto I saranno a Piazza del Popolo domani mattina dalle 9.30 fino alle 18, come gli amici medici di tutte le altre città, pronti a regalarvi consigli su come seguire un’alimentazione più sana, quali sono gli alimenti chiamati “amici del cuore”, cosa vuol dire assumere cibi grassi e condire i cibi con troppo olio e sale, quanto sia importante bere tanta acqua durante il giorno, perché sia meglio distribuire le calorie consentite in cinque pasti giornalieri e l’importanza di un po’ di attività fisica. 
> @vanessaseffer 

KKKKK
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