Elezioni

Elezioni regionali Sintesi discorso del presidente nazionale del PSI on. Carlo Vizzini


La campagna elettorale che doveva mostrare soprattutto trasparenza ed etica politica ha mostrato il contrario in molte situazioni.
Dopo aver assistito a cambiamenti di casacca politica in entrata e in uscita, misurati esclusivamente su convenienze personali siamo stati messi poi di fronte ad un numero di candidati impresentabili che tuttavia sono ancora in corsa per un seggio.

Abbiamo visto coalizioni che hanno lasciato passare senza guardare e senza nessun tentativo di ripulire le liste prima della loro presentazione.
Adesso oltre ad un silenzio assordante in materia, assistiamo sostanzialmente a sfrenate campagne individuali di soggetti che pure dovevano restare fuori dalla corsa elettorale e da una caccia alla preferenza i cui danni temo vedremo molto presto.

Sino ad oggi, e non sono il solo a dirlo, la parola “mafia” è una delle meno usate dai politici. Eppure  la lotta contro la mafia e la corruzione dovrebbe essere una precondizione di tutti per un buon governo. La mafia c’è, è tra di noi, punta a rafforzare il proprio potere economico ricercando connivenze con la burocrazia, le imprese e la politica.

Noi riteniamo che questa lotta deve essere il primo impegno di tutti facendo funzionare bene il carcere col 41bis e aprendo le casseforti dei mafiosi per confiscare i loro patrimoni. Questo è il nostro impegno, quello di una politica che vuole lavorare al fianco delle forze dell’ordine e della magistratura.

La Sicilia ha bisogno di sviluppo economico che è la sola via per ottenere lavoro. Ed i nostri “giacimenti culturali” insieme alle nostre bellezze naturali possono essere il vero grande futuro per i nostri giovani.
Formazione, istruzione ed imprese dovranno lavorare insieme per preparare i giovani nelle direzioni della ripartenza dello sviluppo. Diciamo basta allo stipendificio pubblico ma dobbiamo anche dare certezze per il futuro ai precari.
Oggi il 40% della forza lavoro in Sicilia è la pubblica amministrazione ed è la percentuale più altra tra tutte le regioni italiane.
La Sicilia deve avere un nuovo statuto di specialità conforme al mutato ruolo rispetto al secolo scorso.

Oggi siamo portale del Mediterraneo d’Italia e d’Europa con un altro continente.
La Sicilia è terra d’accoglienza ma per farlo occorrono nuovi provvedimenti, zone franche, incentivi per le aziende e detassazioni per chi assume. Senza di questo sarà difficile resistere ed impossibile andare avanti. La nostra coscienza sarà serena quando la solidarietà sarà più forte.

Stiamo attraversando una stagione difficile e avremmo bisogno di una politica più attenta e meno rissosa. Non sarà il populismo a risolvere i nostri problemi, e sarebbe un disastro che l’Italia ha già conosciuto quello di una destra e dell’uomo forte che ritiene di poter risolvere da solo tutti i gravi problemi del paese.

La stagione che viviamo è difficile e anche la sinistra riformista deve smettere di dividersi mentre le destre e i grillini navigano tranquilli. Chi con gli impresentabili chi con insuccessi gestionali in Sicilia e in molti altri posti dove governano (Roma, Torino, Livorno, etc) e piovono avvisi di garanzia.

La storia della Sinistra è purtroppo una storia di divisioni ed oggi ancora una volta c’è chi pensa di nascondersi dietro il fatto che secondo loro il Centro non possa collaborare con la Sinistra.
Il partito dell’onorevole Alfano è stato nostro alleato a Palermo e chi oggi lo usa per rompere dimentica che in parlamento decine e decine di voti di fiducia sono stati votati da coloro che oggi rinnegano se stessi e che hanno appoggiato insieme ad Alfano il governo Letta, il governo Renzi e sino a poche settimane fa il governo Gentiloni.
Le alleanze si fanno sui progetti condivisi e non sui simboli.
Infine diciamo ai siciliani di andare alle urne senza disertare il diritto di voto, perché nel bene e nel male la partita del 5 di novembre ha bisogno di una presa di responsabilità e di partecipazione con il massimo di democrazia perché la partecipazione è prima di tutto democrazia.

Siamo certi che questo può avvenire per crescere e dare un futuro a tutti i siciliani. Proprio per dimostrare che la politica appartiene ai cittadini e non soltanto ai politici abbiamo scelto un candidato alla presidenza della regione che non è un politicante ma è uomo di cultura. Fabrizio Micari ha lavorato per formare le giovani generazioni e questo ci sembra una vera garanzia che va oltre le appartenenze partitiche.

Com. Stam.

KKKKK
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