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FILM: USS Indianapolis ~ Era tempo d’eroi?

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L’USS Indianapolis fu un glorioso incrociatore della Marina statunitense che si distinse in molte missioni durante la Seconda Guerra Mondiale, fino all’affondamento, avvenuto nel 1945 a opera di un sommergibile nipponico che lo sorprese al ritorno da una base nelle Filippine. L’imponente imbarcazione aveva appena trasportato una delle due bombe atomiche che avrebbero devastato, pochi giorni dopo, il Giappone e posto fine al conflitto globale; a bordo c’erano 1196 uomini, 880 dei quali morirono nel corso dell’inabissamento o durante le 96 ore successive, quando i superstiti, galleggiando su scialuppe gonfiabili, furono sopraffatti dalla fame, dalla sete e dagli squali. Ritrovati fortuitamente, i 316 scampati a una brutta fine furono tratti in salvo grazie all’avvistamento di un aviatore in cerca di altri relitti. Poiché la consegna era segretissima, le colpe ricaddero sul ligio capitano McVay, che subì un umiliante processo per non aver navigato in maniera più “prudente”.

L’eroico ufficiale, nel film che segna il ritorno di Mario Van Peebles quantomeno sui nostri schermi, dove non si vedeva qualcosa di suo dai tempi del western all black (o quasi) Posse – La leggenda di Jessie Lee (1993), ha il volto di un contrito Nicolas Cage probabilmente bisognoso di rinnovarsi. È vero, il film sfoggia un patriottismo obbligatoriamente e adeguatamente multirazziale (fra i marinai si nota il figlio del regista, Marley, a lui assai somigliante) e piuttosto derivativo (per non dire inerte), incurante, per la maggior parte delle due ore di durata, dell’immane colpo inflitto alla parte avversa: solo alla fine spunta l’onorevole confronto con l’ex-nemico Hashimoto (Yutaka Takeuchi), che sottolinea indirettamente la tragedia subita dal suo popolo. Ma in un’opera che vorrebbe rievocare, nella confezione e nell’ occasionale pathos, il cinema bellico di una volta una simile tronfiezza diventa un dettaglio. Meglio dedicarsi ai caduti e a chi ce la fece a stento, alla loro fedeltà alla bandiera, al loro sacrificio, agli affetti e agli amori che lasciarono (l’azione non si svolge interamente sulla nave, come verrebbe spontaneo pensare: ci sono un corposo prologo e uno sbrigativo epilogo). Se non si accettassero tali regole, a un lungometraggio di questo tipo non ci si potrebbe nemmeno accostare.

Non si riesce a passare sopra a tutto, purtroppo, in primis a degli effetti visivi di scadente fattura che si fanno notare sin dalle prime immagini. Fra i caratteristi che circondano Cage citiamo almeno Tom Sizemore (già con lui nelle ambulanze del capolavoro scorsesiano Al di là della vita) e un indurito, irriconoscibile Thomas Jane.

USS Indianapolis (USS Indianapolis: Men of Courage, USA, 2016) di Mario Van Peebles con Nicolas Cage, Tom Sizemore, Thomas Jane, Matt Lanter, Adam Scott Miller

di Massimo Arciresi

KKKKK
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