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FILM: Underworld – Blood Wars ~ La stanchezza di Selene

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Alcune saghe – come quella di Resident Evil, per fare un esempio recente e alquanto analogo – procedono incuranti delle evidenti stiracchiature provocate da produttori svogliati e sceneggiatori disperati. Underworld rientra in tale novero, e non da ora. La serie che contrappone i classici vampiri ai Lycans (sta per licantropi), tra scontri appena decenti e ibridazioni ardimentose, prese le mosse nel 2003, vantando il primo sequel (Evolution) nel 2006. L’originale non era entusiasmante, ma era ancora una variante più che legittima; il n. 2 non aggiungeva granché, però non era completamente infame (noioso sì). Un dittico firmato da Len Wiseman, allora marito della splendida protagonista Kate Beckinsale, sarebbe senz’altro bastato; invece nel 2009 arrivò il prequel (La ribellione dei Lycans) di Patrick Tatopoulos, curatore degli effetti speciali per entrambi i film (e scenografo soltanto del secondo), con la grintosa Rhona Mitra (purtroppo incapace di bucare lo schermo). Andò male, ciononostante con puntualità, nel 2012, il personaggio centrale (apparso nel finale del terzo capitolo) venne disgelato ne Il risveglio, diretto dai nordici Mårlind & Stein. Fondo del barile definitivamente raschiato? Macché. Con leggero décalage, giunge sugli schermi il quinto, affaticato episodio, che vede Selene (così si chiama l’eroina) tradita dai suoi e braccata dai nemici; a tutti fa gola il sangue rigenerante e mutante della sua figlioletta, al sicuro in un luogo ignoto perfino alla genitrice. Gli unici simili su cui contare sono David e suo padre Thomas (Theo James, per ora in sala pure con il diversissimo Il segreto, e il veterano Charles Dance), entrati in gioco nella “puntata” precedente. Solite botte da orbi, con un’uscita di scena tanto clamorosa quanto scontatamente fasulla. Anzi, ulteriori continuazioni non sono da escludere.

Il vero, comunque insufficiente motivo di interesse della pellicola sono i cattivi, interpretati da attori prevalentemente televisivi. Il feroce Marius ha il volto di Tobias Menzies e sfoggia l’ambiguità giusta. La tirannica e scorretta succhiasangue Semira è invece Lara Pulver, seducente più per natura che per mimesi, la quale – poco attendibilmente – cambia abiti e acconciatura quasi in ogni sequenza.  La regista Anna Foerster, al debutto nel lungometraggio dopo molta tv, riprende le collaudate atmosfere cupe, senza spingersi oltre. Selene è infragilita dallo script di Cory Goodman; la sua presenza permane magnetica, eppure non ce la fa a reggere l’intero impianto da sola. Insomma, il vero problema è un plot esangue. O, se si preferisce il gergo della controparte, spolpato fino all’osso.

Underworld – Blood Wars (id., USA, 2016) di Anna Foerster con Kate Beckinsale, Theo James, Tobias Menzies, Lara Pulver, Charles Dance

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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