La finanziaria è giunta in aula, stracolma di emendamenti per i cittadini. Si certo, per i cittadini. Tanti gli annunci di tagli alla spesa proclamati col megafono, ma se si guarda un po’ più a fondo, questa finanziaria, ancor prima di essere approvata, appare già piena dei consueti “favori”. Vi è infatti una norma che consente di restituire un lavoro di circa 600 euro al mese ai Pip esclusi perché autori di reati. Vi è la boa di salvataggio per 180 dipendenti del Coinres di Palermo, che malgrado fossero stati licenziati per irregolarità riscontrate nell’assunzione, potranno transitare, come se nulla fosse accaduto, alle nuove società di gestione dei rifiuti. Vi è anche un altro articolo, sebbene di poche righe, che duplica la spesa per i portaborse e i dipendenti stabilizzati all’Ars, senza più includere l’obbligo di non rinnovare i contratti a fine legislatura ad almeno una delle categorie.
Questo è solo un assaggio della nuova finanziaria fatta di riforme e tagli, ma che di innovativo ha veramente poco. I portaborse infatti sono oltre 100 e ammontano ad una spesa di circa 4,2 milioni di euro annui. Ma tanto per rendersi unica, la Sicilia ha anche 84 ex portaborse assunti e successivamente stabilizzati come dipendenti, per un ulteriore costo di 4,5 milioni di euro annui. Per semplificare e ridurre la spesa, anche secondo le norme della spending review, basterebbe abolire una delle due categorie, dato che sommate si arriva a quasi 9 milioni di euro l’anno. L’emendamento presentato in aula, invece, mantiene entrambe le categorie. Alla faccia dei tagli direte, ebbene sì, avete ragione. A tutto ciò si sommano anche i 700 mila euro che annualmente i gruppi consiliari spendono per i loro famigerati “consulenti”. Una bella manovra finanziaria insomma, ma che con tutti questi insidiosi emendamenti rischia di fare, per ogni passo in avanti, più di due passi indietro.
Share
