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FILM: La La Land ~ In due si sogna meglio

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Le prime immagini, con il passaggio dal b/n al colore e il cambio di formato, costituiscono già una dichiarazione d’intenti: omaggiare il musical (ovvero il cinema) che fu, traghettandolo da una dimensione nostalgica all’era moderna (dove magari qualche sbavatura coreografica ci può stare). Non solo: dopo il serrato Whiplash, il regista Damien Chazelle (classe 1985), che ha lungamente inseguito il progetto insieme al compositore/compagno di studi Justin Hurwitz, tiene a farci sapere che non intende rinunciare al suo amore per il jazz. Né a un attore prezioso come J.K. Simmons (che stavolta ha una piccolissima parte).

Il numero di apertura, un piano-sequenza danzato che vivacizza un ingorgo stradale, è sontuoso e di millimetrica precisione. Forse amplifica le attese per quello che verrà (e l’annuncio di 14 candidature all’Oscar è un ulteriore carico di “responsabilità”), tuttavia sul versante delle sorprese – al di là della bella idea conclusiva – non c’è tanto: a Los Angeles una cameriera di nome Mia (Emma Stone, davvero bravissima) che aspira a fare l’attrice (e ha pure del soppresso talento per la scrittura) s’imbatte in un eccellente musicista parimenti frustrato, Sebastian (Ryan Gosling, la cui performance è impreziosita dalle molte ore trascorse alla tastiera per prepararsi al ruolo), costretto ad arrangiarsi con il piano bar; non è amore a prima vista, bensì un rapporto che matura pian piano e aiuta i due a esprimersi meglio artisticamente. In mezzo, canzoni abbondantemente orecchiabili (City of Stars è già un tormentone), volteggi più o meno sincronizzati, luci e costumi sgargianti. Soprattutto, omaggi passionali e coltissimi non solo a Cantando sotto la pioggia, ma anche a Spettacolo di varietà, Voglio danzar con te, Balla con me, Un giorno a New York, Cappello a cilindro… Insomma, il meglio di Gene Kelly e Fred Astaire! E si possono cogliere perfino riferimenti a West Side Story, Sweet Charity, Grease. E poi c’è la scena all’Osservatorio Griffith che ricalca dichiaratamente Gioventù bruciata (perché non esistono solo i film “melodiosi”). Inoltre – non si sa quanto sia previsto – la presenza della Stone al planetarium richiama Magic in the Moonlight di Allen, peraltro già evocato dai balli aerei in stile Tutti dicono I Love You. Insomma, una visione piacevole, distensiva, accattivante, non solo per chi si diverte a riconoscere i debiti: chiunque raggiunga la giusta disposizione d’animo (si sa che il genere è avversato con ingiustificata inerzia dal pubblico odierno) può godersela. Riguardo alla reale sostanza, dicevamo, non è il caso di soffermarcisi. In un ruolo secondario il cantante Legend.

La La Land (id., USA, 2016) di Damien Chazelle con Ryan Gosling, Emma Stone, Rosemarie DeWitt, John Legend, Tom Everett Scott

Massimo Arciresi

KKKKK
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