Breve

Giornata della memoria


In ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti

Il Prefetto di Palermo, Antonella de Miro ha celebrato, presso Villa Pajno, alla presenza di Autorità politiche, civili e religiose e con la partecipazione degli alunni di alcune scuole di Palermo, Baucina e Castelbuono, la “ Giornata della memoria ” per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei nonchè tutti coloro, civili e militari, che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e che opponendosi al progetto di sterminio hanno salvato vite e protetto perseguitati, a rischio della propria vita.

Presenti le Istituzioni cittadine: il Commissario dello Stato, Prefetto Sammartino,  il Vice Presidente della Regione Siciliana, On. Lo Bello,  il Vice Sindaco di Palermo, Arcuri,  i vertici provinciali delle Forze di Polizia, il Comandante Provinciale VV.F i Presidenti dell’ANPI e del Comitato d’intesa Associazioni Combattentistiche ed  il Sindaco di Castelbuono e l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Baucina nochè i Dirigenti Scolastici degli Istituti Scolastici di Istruzione protagonisti della celebrazione.

Dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli suonato dai ragazzi della Scuola media “Archimede”, il Prefetto ha rivolto un saluto alle Autorità ed ai giovani studenti presenti, evidenziando l’importanza della memoria e della conoscenza da parte delle nuove generazioni della Shoah, frutto di una tragica aberrazione ideologica che ha portato all’orrore dei lager e delle pratiche di ghettizzazione e persecuzione assolutamente disumane di cui bisogna serbare sensibile, consapevole memoria.

Ricordare significa testimoniare ancora oggi il rifiuto di ogni forma di razzismo e di discriminazione del diverso, insegnare l’importanza del rispetto dell’altro, del dialogo tra le persone e tra i popoli come unico imprescindibile strumento di pace.

Il giorno della memoria, ha evidenziato ancora il Prefetto, è dedicato anche al ricordo dei deportati ed internati, centinaia di migliaia di militari e civili italiani costretti al lavoro coatto a sostegno dell’economia di guerra tedesca.

Il Prefetto, quindi, ha consegnato, alle figlie del Sig. Fortunato Basile (cl.1922) di Baucina e del Sig. Luigi Mazzola (cl.1915) di Castelbuono la medaglia d’onore conferita alla memoria con decreto del Presidente della Repubblica.

Mazzola Luigi (cl. 1915) il 28 novembre 1940 venne richiamato alle armi presso il 3° Reggimento fanteria “Piemonte”. Il 31 dicembre partì per l’Albania in via aerea da Foggia e lo stesso giorno atterrò a Tirana. Il 14 settembre 1943 venne catturato dalle forze tedesche a Zante, in Grecia. Internato nel campo tedesco denominato II B con la matricola 1905, lavorò presso l’I.G. Wolfen-Filmfabrik Agfa, fabbrica di produzione cinematografica. Venne rimpatriato il 29 giugno 1945 in seguito alla liberazione.

Basile Fortunato (cl.1922) partì per la Grecia il 29 agosto 1942. Il 20 settembre 1943 venne fatto prigioniero, insieme ad altri commilitoni, per essere immediatamente fucilato da un plotone di esecuzione formato da tedeschi, austriaci e alto-atesini.   Erano in dodici, disposti sotto l’arcata di un ponte, ignari della loro sorte e il Basile si trovava tra i primi della fila. Frattanto, in quegli indimenticabili e tragici momenti era arrivato un mulo dell’Esercito Italiano, carico di materiale infermieristico e in quell’istante un tedesco, ufficiale del Führer, scosse il braccio del Basile lasciandogli intendere di andare a recuperare il mulo imbizzarrito. Fortunato Basile, eseguendo gli ordini ricevuti, si salvò mentre i suoi compagni furono tutti uccisi. L’ufficiale tedesco decise di tenere il giovane soldato e di obbligarlo a cucinare per i tedeschi. In seguito, scampato all’eccidio di Cefalonia, andò via con i tedeschi, ma l’8 ottobre 1944 fu fatto prigioniero dai russi e deportato in un campo di prigionia e costretto ai lavori forzati.  Tornò a casa il 28 novembre del 1945, dopo quasi quattro anni di guerra.

La biografia degli insigniti è stata illustrata dagli alunni della Scuola media “Maria Moraca” di Baucina e dell’Istituto comprensivo “Francesco Minà Palumbo” di Castelbuono.

Gli alunni della Direzione Didattica “Garzilli”, dell’Istituto Compresivo  Politeama, dei Licei Benedetto Croce e Garibaldi di Palermo hanno, quindi, offerto il loro toccante contributo di riflessione e ricordo con la lettura di poesie, racconti e l’esecuzione altresì di brani musicali.

La piccola e talentuosa orchestra della Scuola media Archimede ha eseguito due brani tratti dalle colonne sonore di due film che hanno trattato della Shoah: “Schindler’s list” e “La vita è bella”.

La scuola, con il proprio intervento musicale, ha voluto evidenziare come la musica possa essere un antidoto contro la banalità del male e a favore di una cultura che escluda l’odio ed il pregiudizio, un contributo all’unica cosa che in questa vicenda storica ha veramente un senso: non dimenticare.

Gli alunni della D.D. “Garzilli” hanno presentato alcune poesie scritte durante la prigionia dai bambini del campo di concentramento di Terezin; i piccoli alunni hanno inoltre cantato  il salmo 23 in lingua yiddish.

In rappresentanza del Liceo Classico “G. Garibaldi” alcuni alunni del quinto anno, dopo una brevissima introduzione di Vittorio Foa a “Se questo è un Uomo” di Primo Levi, hanno recitato la poesia Shemà del citato scrittore e letto “Fuga di Notte” di Paul Celan.

La poesia Shemà è un breve testo in versi liberi che apre Se questo è un uomo (pubblicato nel 1947), opera in cui viene descritto l’internamento e la prigionia nel campo di Monowitz e di Auschwitz dal febbraio 1944 al gennaio 1945.

Shemà è una parola ebraica (שמע) che significa “ascolta”; essa compare nell’espressione Shemà Israel (שמע ישראל, “Ascolta, Israele”) in una fondamentale preghiera della liturgia, recitata durante le orazioni del mattino e della sera. Levi utilizza questa espressione in apertura del suo romanzo per rivolgere un forte appello al suo lettore, affinché presti attenzione a ciò che sta per leggere e fissi nella memoria la testimonianza agghiacciante della Shoah.

“Fuga di notte” è un potente grido di dolore che descrive la realtà del campo di concentramento, denuncia la condizione dei prigionieri, e mette a nudo la crudeltà dei carcerieri nazisti nella sua elementare banalità quotidiana. In esso è da vedersi anche un richiamo diretto all’imposizione umiliante, inflitta dai nazisti agli ebrei prigionieri dei campi, di suonare e cantare durante le marce e le torture.

Gli alunni del Liceo “G.Garibaldi”  hanno quindi letto una breve nota introduttiva di Mario Rigoni Stern sul valore della Memoria e recitato il “Coro dei superstiti” di Nelly Sachs che, nonostante abbia evitato i campi di sterminio, è riuscita ad eternare il ricordo dello status di superstite dai lager, con il quale si accomuna chiunque sia riuscito a evitare l’internamento e sia riuscito a salvarsi da quell’esperienza e da quella morte, fissando nello specchio della storia l’eccidio realmente avvenuto.

Infine, gli studenti del liceo scientifico statale “B.Croce”  hanno rievocato, inscenando un’intervista a due vittime sopravvissute agli orrori dei campi di concentramento, le storie di Elvia Bergamasco, deportata nel campo di sterminio di Auschwuitz, e di Armando Gasiani, deportato nell campo di Mauthausen.

Le tragiche testimonianze raccontate dai ragazzi del liceo, coetanei  degli intervistati all’epoca dei fatti,  hanno tratteggiato con grande impatto emotivo il raggelante senso di disperazione e le sevizie subite dai deportati nei campi di concentramento nazisti, descritti come luoghi di dolore dove venivano praticate torture psicologiche e fisiche, dove l’uomo veniva umiliato e privato della sua dignità.

Com. Stam.

KKKKK
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