25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per eliminare la violenza contro le donne. Una giornata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. Un fenomeno che trae la sua matrice nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. Questa giornata è stata scelta in quanto è il ricordo di un assassinio efferato, verificatosi nel 1960 nella Repubblica Dominicana, quando c’era il dittatore Trujillo. Giorno in cui tre sorelle, di cognome Mirabal, furono torturate e strangolate perché ritenute rivoluzionarie. Poi i loro corpi furono gettati in un burrone e fu simulato un incidente. Ma vediamo il fenomeno oggi. I dati dell’Onu parlano chiaro: il 35 per cento delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, consumata dal proprio partner o da un’altra persona. E non solo: il rapporto Onu sottolinea che due terzi delle vittime degli omicidi che si consumano in ambito familiare sono donne. In tutto il mondo solo 119 Paesi hanno adottato leggi sulla violenza domestica e 125 sul “sexual harrassment”, ovvero le molestie a sfondo sessuale. In Italia, secondo i dati forniti dall’Istat relativi a giugno 2015, sono 6 milioni 788mila le donne che hanno subito nel corso della loro vita una violenza fisica o sessuale. Quasi una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, ovvero il 31, 5 per cento. Nel nostro Paese non manca una legislazione in merito: la legge 119 del 15 ottobre 2013. Inoltre, con la legge numero 107 di luglio 2015, è stata introdotta la previsione dell’educazione alla parità tra i sessi nelle scuole di ogni ordine e grado. Contro questo fenomeno sono indispensabili i Centri Antiviolenza. E non solo. Da oltre un anno, alla questura di Milano, si sta sperimentando il progetto Eva, acronimo di Esame delle violenze agite. «I poliziotti sul posto, acquisite le linee guida che sono state dettate nel percorso formativo, possono ritenere in base a ciò che vedono e scoprono che ci siano i presupposti per allontanare una persona violenta dalla casa famigliare” – ha spiegato a “La Repubblica” la dottoressa Maria Josè Falcicchia, dirigente dell’Ufficio prevenzioni generali e soccorso pubblico. “Lo possono fare anche senza che ci sia la reiterazione del reato e senza bisogno di un decreto legge o della presenza di un magistrato. Possono telefonare al pubblico ministero e applicare l’allontanamento urgente. Questo è uno strumento nuovo molto importante . Serve per cristallizzare la situazione ed evitare che, ad esempio, una lite prosegua e degeneri. Dopo aver applicato l’allontanamento, gli agenti dovranno redigere un verbale da trasmettere al pm che contiene la sintesi del fatto accaduto: «Sarà cura del pubblico ministero — continua Falcicchia — chiedere la convalida della misura al giudice per le indagini preliminari”. Nel 2014, anno dell’avvio del progetto Eva, sono stati effettuati 315 interventi dalle volanti, che si sono conclusi con 23 persone arrestate e 69 indagate. Complessivamente da aprile 2014, fase di avvio della sperimentazione, al 30 settembre 2015 sono stati effettuati 1.147 interventi da parte degli agenti per questo tipo di reato, che hanno portato all’arresto di 78 persone e 170 indagate, come riporta il mensile ufficiale della Polizia, “Polizia moderna”. Intanto oggi, contro la violenza sulle donne, sono tante le iniziative che si svolgono a Palermo: alle 9.30, alla Gam di via Sant’Anna, si è tenuto un seminario, quindi una visita guidata. L’appuntamento in piazza Verdi è alle 17 con un recital sul tema “La libertà non si ferma” con Elena Pistillo, Salvo Piparo, e le musiche dell’arpista Romina Copernico e con la danzatrice Monica Piazza. Aperitivo multietnico alle 19 da Oltivolti a Ballarò, segue poi lo spettacolo teatrale di Giacomo Guarneri che riguarda le donne rumene schiave con danze orientali e il reading “Serà Bisericà”. In piazza Monte Santa Rosalia, alle 20.30, alla Cantunera, si parlerà del libro “Prigioniera del passato” e il reading letterario “In memoria di loro”.

di Serena Marotta